Tra i momenti salienti della tre giorni dei lavori del Consiglio Nazionale FNOVI non può certamente non annoverarsi l’usuale appuntamento con la relazione del Presidente Gaetano Penocchio che, oltre ovviamente per i contenuti, da sempre si caratterizza per l’essere accompagnata dalla proiezione di immagini di grande empatia.
A sottolineare i principali passaggi del suo intervento, quest’anno Penocchio si è avvalso di fotogrammi estratti da note pellicole cinematografiche.
Preliminare e breve al contempo, il suo intervento ha preso il via con un cenno all’iter di emanazione del decreto ministeriale sul ‘veterinario aziendale’: dopo la firma del Ministro Beatrice Lorenzin, il testo è ora al vaglio della Corte dei Conti e se ne attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale entro la fine dell’anno.
Penocchio ha rivolto un ringraziamento a tutti i professionisti che in questo lungo percorso non hanno mai desistito dall’impegno assuntosi di assistere alla nascita di questa importante figura.
Nel corso del suo intervento, partendo dalla mera elencazione dei nuovi adempimenti e dei relativi costi che la recente attività legiferante ha posto un capo agli organismi ordinisti (fatturazione elettronica, split payment, ‘pago.pa’, sistema tessera sanitaria, amministrazione trasparente), ha denunciato come da questa pervasiva omologazione alla PA, derivi il pericolo di una perdita di autonomia.
Ha invitato i presenti a non sottovalutare il pericolo rappresentato dalla "carenza di conoscenze, dalla povertà del dibattito, dalla conflittualità, dal surrealismo polemico, dalla litigiosità: fattori tutti in grado di bloccare la crescita della categoria in termini di consapevolezza ed autorevolezza".
A proposito della legge sulla Concorrenza, entrata in vigore il 29 agosto u.s., ha commentato trattarsi di un provvedimento omnibus, che contiene inevitabilmente materie eterogenee e assai diversificate.
Circa la grande partita che si sta giocando in tema di responsabilità medica ha ricordato che la legge 24 dell'8 marzo 2917 (legge Gelli) ha introdotto significative modifiche in tema di responsabilità medica in quanto ha escluso la responsabilità penale dei medici per imperizia laddove dimostrino di essersi attenuti alle linee guida, validate e pubblicate online dall'Istituto superiore di sanità. Ha quindi commentato i contenuti del decreto dello scorso 2 agosto che ha stabilito i requisiti che le società scientifiche e le associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie devono possedere ai fini dell’iscrizione nell’elenco dei soggetti che avranno il compito di elaborare le linee guida cui gli esercenti le professioni sanitarie si devono attenere nell’esecuzione delle prestazioni sanitarie ed ha ricordato ai presenti l’azione che la FNOVI ha esercitato al fine di provare a raccordare gli sforzi necessari per arrivare alla redazione di linee guida anche in settori orfani di società scientifiche accreditate.
Centrale quindi il passaggio sul tema dell’equo compenso e sui contenuti del decreto fiscale recentemente pubblicato in GU (Serie Generale n. 284 del 5 dicembre 2017) che all’articolo 19-quaterdecies, intervenendo in tema di equo compenso, prevede che le disposizioni introdotte dal decreto fiscale in materia di prestazioni professionali degli avvocati (un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto) si applichino, in quanto compatibili, anche alle prestazioni rese dai professionisti, iscritti agli Ordini, nei rapporti di lavoro autonomo, inclusi i contratti d'opera.
L’argomento gli ha offerto lo spunto per stigmatizzare il recente pronunciamento del Consiglio di Stato che ha legittimato gli Enti a chiedere consulenze gratis: una sentenza destinata a far discutere. Sul tavolo la difficile convivenza dell'interesse pubblico ad ottimizzare le risorse pur garantendosi un lavoro di qualità e dall'altra parte la legittima rivendicazione di vedere riconosciuto (economicamente) il proprio contributo professionale, anche per non aprire distorsioni sul mercato.
E' suonata pertanto provocatoria la domanda che ha posto su dove fosse l’Antistrust quando la libertà terapeutica, l'accesso alle cure è stato compromesso dalla decisione unilaterale di una azienda di produzione di eliminare un farmaco dal mercato (soliphen).
Inevitabile l’analisi sul DDL Lorenzin. I lavori parlamentari hanno modificato il testo originario fino a renderlo quasi irriconoscibile: l’attuale testo non rappresenta lo strumento idoneo al rinnovamento delle professioni già ordinate e alla configurazione in Ordini di professioni sanitarie non ancora ordinate. L’impianto normativo in esame non affronta il cuore delle questioni ed interviene senza proporre per gli Ordini un ruolo che sia effettivamente nuovo e moderno. Il testo aveva progetti ambiziosi ma è stato declassato a norma burocratico amministrativa. Il riordino è solo burocratico e tradisce sottovalutazione e sfiducia nel sistema ordinistico.
Qualche riflessione anche a proposito del Servizio Sanitario Nazionale. I numeri parlano chiaro: la sanità pubblica è de-finanziata, alle soglie della dismissione, avviata verso la privatizzazione. Occorre reagire. E laddove si parla di sostenibilità, di blocco del turn over, precarietà, flessibilità, esternalizzazioni, contenimento delle retribuzioni, serve invece recuperare i presupposti ed i valori che sottendono alla esistenza del SSN.
Un ampio capitolo è stato poi dedicato alle certificazioni (dei sistemi di gestione; del prodotto; del personal; della formazione). Uno strumento che risponde alle esigenze del mercato: l’utente vuole scegliere i professionisti più qualificati ai quali affidare i propri interessi e il professionista che sa fare deve poterlo comunicare. La FNOVI è impegnata in argomento.
Qualche riflessione poi sul rapporto con la politica. “Le ideologia sono morte, i partiti sono morti e neanche i sindacati stanno molto bene. Troppo faticoso programmare, studiare, sapere. La discussione segue il trend negativo quotidiano, ognuno vede il proprio particolare e pochi vedono l’insieme. Si assiste alla vittoria dell’interesse, dell’opportunismo e le chiacchiere ed i social impermeabilizzano la qualità del confronto, tolgono coesione, deprimono”.
In questo desolante scenario, la FNOVI e gli Ordini interpretano la politica della professione rinnegando però la spregiudicatezza, l’opportunismo, il cinismo, la vendicatività, l’arroganza, armandosi invece di generosità, fedeltà, lealtà, disponibilità, passione.
Ed è in nome di questi valori che occorre che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Penocchio ha invitato ognuno dei presenti “a distruggere in se stesso ciò che lo rende estraneo alla comunità senza la quale la sua identità andrebbe a disgregarsi” ed ha concluso il suo intervento dichiarando che “è attraverso la cruna di un simile paradosso che abbiamo oggi il dovere di passare”.