Soliphen torna in commercio ma la FNOVI ne contesta il prezzo e scrive a Gentiloni

02/08/2017
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La FNOVI ha scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri, On.le Paolo Gentiloni, lamentando che l’eccessivo costo dei farmaci veterinari suscita da sempre proteste e indignazione, ma non trova riscontro. La determinazione dei prezzi è lasciata al mercato, senza alcun intervento della politica. La conseguenza è che i farmaci veterinari salva vita costano anche 10 volte più di quelli per uso umano, pur essendo di fatto uguali. E per molti proprietari di animali diventa difficoltoso o impossibile acquistarli.
Al Capo di Governo la Federazione ha chiesto “di attivare una linea di azione e di ascolto delle sollecitazioni che giungono dalla professione veterinaria, nonché da tutti gli altri soggetti che sono portavoce dei proprietari, che non possono soccombere di fronte ad una decisione univoca di una azienda di produzione e distribuzione dei farmaci ad uso veterinario”.
È questa la risposta alla comunicazione diramata lo scorso 31 luglio 2017 dalla Dechra Srl che ha informato della ritornata disponibilità, a partire da martedì 1 Agosto 2017, del farmaco veterinario SOLIPHEN 60 mg (fenobarbitale).

Dopo aver raccolto l’informativa ed averla divulgata tramite il proprio portale, la Federazione si è inoltre immediatamente attivata per denunciare – sia alla azienda produttrice che alla competente direzione del Ministero della Salute – l’evidente speculazione in atto determinatasi nell’aver previsto un prezzo di vendita ingiustificatamente più alto da quello previsto per una confezione del farmaco per uso umano.
Ricordando che si tratta di un farmaco salvavita, la FNOVI ha evidenziato che il prezzo al pubblico sarà di € 9,90, con un costo a milligrammo di principio attivo pari a € 0,00275 contro il correspettivo ad uso umano di € 0,00075, e quindi quasi 4 volte in più.
La FNOVI, pur senza riproporle, ha ricordato le ragioni che avevano indotto ad una ‘sospensione’ della commercializzazione del farmaco in commento, ed ha inoltre ricordato che il nuovo farmaco è inadatto ai cani di piccola taglia e di peso inferiore ai 6 chili. Un dettaglio che tempestivamente è stato “acquisito” dal Ministero della Salute, che in una nota ne ha preso atto ed ha stabilito che il fenobarbitale per uso umano rimarrà prescrivibile per curare i cani di piccola taglia. Questo produce di fatto una grave disparità in termini economici per i proprietari di cani di grossa mole affetti da epilessia.
Il costo dei farmaci contenenti questo principio attivo, in assenza di un farmaco ad uso veterinario - scrive il Presidente Penocchio - è sempre stato sostenibile da tutti, rendendo realmente accessibile a tutti i pazienti animali una terapia efficace, senza costringere medici veterinari e proprietari a decidere sulla sorte degli animali esclusivamente in base alla disponibilità finanziaria. In una società civile che considera gli animali da compagnia componenti della famiglia, in Italia come in Europa, da un giorno all'altro diritti apparentemente condivisi da tutti - la libertà terapeutica, l'accesso alle terapie adeguate, la salute e il benessere degli animali – vengono compromessi dalla decisione unilaterale di una azienda di produzione che ovviamente mira al ritorno economico. Per quanto attiene alla tipologia del farmaco e all’assenza di altre specialità il mercato non deve nemmeno essere conquistato, ma è assicurato a priori dai pazienti affetti da epilessia e dai medici veterinari che hanno obbligo di prescrizione”.
Penocchio ha chiesto di attivare fin da subito - assieme alle Aziende farmaceutiche, ed in collaborazione con il Ministero della Salute - un tavolo di concertazione sulle azioni da adottare per contenere speculazioni come quella in atto: la determinazione dei prezzi dei famaci non può essere lasciata al mercato.

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI
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