CN Novembre 2019: la relazione a cura del Presidente Gaetano Penocchio
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CN Novembre 2019: la relazione a cura del Presidente Gaetano Penocchio
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I lavori del Consiglio Nazionale convocato a Torino dal 15 al 17 novembre si sono aperti con la relazione del Presidente Gaetano Penocchio. Un lungo intervento dal titolo evocativo: “Un incontro tra la fiducia e la coscienza”.
Iniziata con la citazione, da cui ha mutuato il titolo, del Consiglio Pontificio sulla carta degli operatori sanitari: “l’attività medica si fonda su una relazione interpersonale, di natura particolare essendo un incontro tra una fiducia ed una coscienza”, si è poi sviluppata nell’analisi di aspetti fondanti, ed oggi per certi aspetti anche critici, che investono la professione del medico veterinario.
Con il Capitolo sul ‘Regionalismo’ Penocchio ha affrontato il tema della regionalismo differenziato che punta a riconoscere alle Regioni poteri esclusivi su diverse materie tra le quali le professioni, la formazione, i servizi. Tra le preoccupazioni espresse già nel mese di febbraio al Teatro Argentina il task shifting ovvero la sostituzione di profili a più alta qualificazione con altri meno qualificati che in medicina veterinaria significa sostituire medici veterinari con laureati triennali, tecnici d’igiene, tecnologi alimentari, biotecnologi, nuovi laureati o altri profili tecnici formati dalle stesse regioni: una formazione non omogenea con possibili abusi di professione con le relative ricadute nei servizi resi.
Il capitolo sulla “Università” ha invece affrontato la discussione sempre attuale in tema di accesso programmato e della formazione post laurea. Lo sbarramento d’accesso alle facoltà è un argomento molto spesso sollevato dalla classe politica, che chiede di eliminare il numero chiuso. L’accesso ai corsi di laurea in medicina veterinaria non è “chiuso”, ma “programmato”, e fonda su due direttrici: la disponibilità di strutture, strumentario, corpo docenti e la richiesta professionale sul territorio. La rinuncia alla prova di ingresso non garantirebbe un migliore incrocio di domanda e offerta, pregiudicando semmai la qualità della formazione delle nostre Università.
Altro tema affrontato è quello legato alle scuole di specialità a proposito delle quali Penocchio ha espresso l’auspicio che possa estendersi a queste il modello del teaching hospital, valorizzando gli IZS, enti di formazione e didattica (D.Lgs n. 502/92) presso i quali, i medici veterinari specializzandi potrebbero svolgere parte della formazione (DL.gs 106/2012), o le ASL, nelle quali gli specializzandi già compiono parte del tirocinio pratico e presso le quali potrebbe essere implementata la Formazione sul campo (training field).
Nel capitolo dedicato a “Il mercato” ha preso spunto dalla norma inapplicata sull’equo compenso per passare al tema dei tariffari minimi: in un mercato con forti asimmetrie informative, l’assenza di prezzi minimi favorisce gare al ribasso, non avvantaggia i consumatori, ma, di contro, favorisce l’uscita dei professionisti più qualificati. L’assenza di tariffe minime ha avuto come conseguenza il passaggio dalla dimensione individuale a quella aggregata utile per fronteggiare la dinamica concorrenziale che tende all’espulsione dal mercato dei primi. Resta il fatto che i tentativi di ripristinare le tariffe minime difficilmente avranno effetto, siamo entrati in un mercato globale e europeo dove prevale il liberismo e la concorrenza è considerata un valore, non un nemico da ingabbiare.
È quindi passato ad analizzare la situazione del “Servizio Sanitario Nazionale” descrivendo il Patto per la salute come un cronico momento di scontro tra Stato e Regioni. Il numero dei medici veterinari in costante decremento preoccupa. Il “piano straordinario” di assunzioni si è ridimensionato in un “ordinario proseguimento” delle assunzioni e stabilizzazioni per coprire le carenze di personale.
Un cenno poi anche alla “piramide dei ricercatori”: un contratto a tempo determinato per i ricercatori dell’ISS e degli IIZZSS di cinque anni + cinque. La selezione è effettuata attraverso contorti schemi di valutazione bibliometrica, affidati a piattaforme editoriali private che possono arbitrariamente modificare le regole, ovvero la lista delle riviste impattanti. La piramide produrrà, fra una decina d’anni, dei professionisti di 45/50 anni, difficilmente ricollocabili sul mercato. Pochi supereranno le valutazioni, molti continueranno a sostenere il sistema (a cicli di 5 + 5 anni) ma del sistema non faranno mai parte, perché non avranno maturato gli indici bibliometrici.
Un capitolo della relazione era intitolato “Un approccio integrato” quale strumento per coinvolgere soggetti portatori di competenze diverse (agricole, sanitarie, ambientali) ma integrabili tra di loro per mettere in campo un’azione sinergica individuando gli aspetti che impattano sulla sostenibilità e decidere come affrontare i problemi al fine di arrivare ad uno standard unico nazionale su cui far convergere le politiche. Una grande occasione per la professione medico veterinaria che, per le sue intrinseche peculiarità, risulta essere indispensabile. Il sistema di valutazione del rischio Classyfarm consentirà la gestione dei dati coniugando benessere animale, biosicurezza, farmaco, alimentazione animale, e lesioni al macello.
"Vanno condivise le strategie, le aree prioritarie di intervento e i tempi di realizzazione che sono gli strumenti per coniugare salute, economia e professione, e che richiedono saperi, azioni continue di monitoraggio e controllo dei risultati. Immersi in una società che cambia permanentemente - ha aggiunto - per orientare il nostro lavoro dobbiamo essere capaci di prevedere il futuro e andare in quella direzione".
Un importante capitolo è stato poi dedicato alla “medicina ambientale” che gli ha consentito di commentare la necessità di integrare un elemento mancante nell’educazione in medicina veterinaria; un altro all’”AMR” che gli ha dato lo spunto per ricordare che la FNOVI ha già fornito indicazioni di antimicrobial stewardship con le Linee di indirizzo per le strutture veterinarie e propone un adeguamento del Codice Deontologico.
Un capitolo dal titolo “Care vs cura” gli ha fornito lo spunto per ribadire che sono atti medici veterinario tutti gli interventi indirizzati sugli animali utilizzati a fini scientifici che pure hanno diritto ad essere curati da un medico veterinario.
Tanti altri ancora gli aspetti trattati per quindi arrivare alle conclusioni: è ora di rivendicare il sapere!
“…il mondo non torna indietro possiamo solo cercare di indirizzarlo. Non basta conoscere le cose, occorre volere che esse siano o non siano in un certo modo questo volere, questo impeto di cambiare richiede un guardare oltre la quotidianità”.
“Abbiamo cura di noi stessi e della nostra professione - ha quindi concluso - e non smettiamo mai di metterci in gioco: le persone non falliscono perché mirano troppo in alto e sbagliano, ma perché mirano troppo in basso e fanno centro”.
Un lungo e partecipato applauso si è alzato dalla platea.