CONSIGLIO NAZIONALE FNOVI. PENOCCHIO: “SE NON NOI, CHI?”

Il Presidente dei medici veterinari italiani lo ha sottolineato dichiarando che sono molte le partite aperte, molte quelle da aprire e che il “privilegio è vivere in quel perimetro di ricchezza che contiene la nostra professione”
05/12/2022
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Si è svolto a Milano (2-4 dicembre) il Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini dei medici Veterinari Italiani (FNOVI), il primo dalle elezioni politiche che hanno portato alla nomina del nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri e, successivamente, alla nomina del nuovo Ministro della Salute, Orazio Schillaci. I prossimi mesi saranno dunque quelli del confronto, per meglio capire la direzione che vuole imprimere alla Sanità il nuovo Esecutivo.

La relazione che Gaetano Penocchio ha esposto in occasione del Consiglio Nazionale si sviluppava in 10 ‘capitoli’. In quello dedicato a “Ragione, Pandemia, Deontologia” ha ripercorso il momento storico dell’introduzione dell’obbligo vaccinale per i medici veterinari sottolineando come nell’emergenza sia stato difficile fare sintesi tra il diritto dell’individuo e quello della comunità e di come sia servito ripercorrere i fondamenti morali, politici e giuridici della nostra Costituzione. Ha rimarcato come per gli Ordini sia stato un anno difficile e di come FNOVI abbia sempre agito nella consapevolezza del ruolo affidato al sistema ordinistico.

Il capitolo “SSN: applausi e poca memoria”, sottolineato l’onore di aver sfilato accanto ai rappresentanti delle Istituzioni e delle Forze armate nella giornata del 2 giugno, gli ha offerto lo spunto per considerare che la sanità non può tornare ora ad essere uno dei capitoli di spesa su cui si praticano tagli anziché fare investimenti. Ha auspicato un modello di SSN pubblico, equo e universalistico, solidale: una conquista sociale irrinunciabile per l'eguaglianza e la dignità di tutte le persone. A proposito del ‘regionalismo differenziato’ ha commentato come debba essere maneggiato con cura e non vada utilizzato come merce di scambio per conciliare gli obiettivi di un partito fortemente nazionalista con quelli di una forza politica che da tempo spinge sulle autonomie regionali e sul federalismo fiscale. Per Penocchio “i principi ispiratori del federalismo, volti alla piena applicazione del principio di sussidiarietà̀ e a migliorare l’efficienza amministrativa, devono consentire a tutte le persone l’esercizio dei diritti fondamentali, in particolare il diritto alla tutela della salute”. Ha quindi ribadito l’esigenza di mettere la salute al centro di tutte le decisioni politiche non solo sanitarie, ma anche ambientali, industriali, sociali, economiche e fiscali. 

Con il capitolo “Quale concorrenza” ha evidenziato le criticità presenti nella revisione della procedura di selezione dei direttori di struttura complessa nel completo disinteresse delle Amministrazioni la cui condotta sta invece offrendo un formidabile assist per eventuali ricorsi.

Nel prosieguo del suo intervento il Presidente Penocchio (capitolo “Un ramo dell’albero di Governo”) ha quindi ricordato l’impegno della Federazione nel sostenere l’equiparazione giuridico-economica del personale operante nel livello regionale che si è esplicitato con la proposta di un testo di un articolo da inserire nell’emanando testo della Legge di bilancio nazionale.

Un accenno anche al ”Paradosso della piramide della ricerca” che si è rivelata un incubatore di lavoratori precari senza prospettive, un colabrodo di know-how pubblico. A tre anni dalla prima firma dei contratti non sono ancora definiti i sistemi di valutazione annuale e di premialità e questa situazione grava sul personale che ha firmato un contratto a tempo determinato dopo anni o decenni di servizio e con sostanziosa riduzione dello stipendio rispetto ai contratti precedenti negli stessi Istituti per le medesime mansioni.

Ha quindi introdotto il tema degli importanti segnali che si stanno cogliendo nell’approccio alla natura giuridica degli Ordini professionali ed ha accennato (capitolo “TAR: FNOVI versus MEF”) alla decisione del TAR di Roma che, annullando la circolare della Ragioneria generale dello Stato, impugnata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro – giudizio dove FNOVI è intervenuta ad adiuvandum - ha stabilito che agli Ordini professionali non può applicarsi in automatico l’intera disciplina su pubblico impiego e contenimento della spesa. Ha anche accennato alla circostanza che su questo indirizzo interpretativo si è inserita ora l’ANAC che ha espressamente escluso gli Ordini professionali dall’onere dell’approvazione del Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO).

Con il capitolo “Università luogo di luce, di libertà e di studio” ha auspicato l’internazionalizzazione in tutti i sistemi universitari europei: un obbligo che condiziona sempre più i finanziamenti generici (fondo universitario) e specifici. Ha quindi espresso il proprio scetticismo a proposito delle nuove prove di accesso per medicina veterinaria [“TOLC” (Test OnLine CISIA)] richiamando una frase pronunciata da Tancredi, nipote del principe Fabrizio Salina, ne “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

Non poteva poi mancare un passaggio sul tema della formazione professionale (capitolo “Aggiornamento e Formazione: il ruolo degli Ordini”) con la puntualizzazione circa il ruolo degli Ordini. Ancora una volta ha osservato che la relazione ECM/Assicurazioni (RC professionale, condizionata alla evidenza di almeno il 70% dei crediti ECM del triennio 2023-2025) è malata, la norma irragionevole e sproporzionata, irrispettosa dei professionisti sanitari, incapace di perseguire il fine che vuole raggiungere. Ha ribadito che, sotto il profilo disciplinare, gli Ordini certificheranno la coerenza alle regole dell’aggiornamento professionale come somma dei crediti ECM e SPC e che questa sarà la premessa per cercare un network di Assicurazioni che riconoscano il valore di questa verifica.

Nel prosieguo della sua esposizione ha quindi esaminato le novità che si stanno registrando nel campo della salute animale (capitolo “Salute animale è più attrattiva di quella umana”) dove è stimato che il mercato della salute animale possa raggiungere una valutazione di 63,2 miliardi di dollari entro il 2028; è confermato che le corporate stanno investendo nelle strutture veterinarie e che i player del settore stiano aumentando il flusso di cassa per investire nello sviluppo di nuovi farmaci, di nuovi vaccini. Sono in continua crescita le app di eHealth e telemedicina, che contribuiscono ad aumentare le prospettive di vendita nel mercato della salute animale.

Alla presenza dei componenti il Consiglio Nazionale, Penocchio ha poi accennato allo studio che sarà avviato circa la possibilità di regolamentare un profilo di ‘infermiere veterinario”. 

In conclusione del suo intervento (capitolo “La fregatura del paradiso è che ci si va da morti”) non è poi mancato un cenno ai decreti legislativi per l’attuazione dei criteri di delega di cui all’articolo 14 del Regolamento (UE) 2016/429 “Normativa in materia di sanità animale” come integrato dai Regolamenti delegati e di esecuzione emanati da parte della Commissione europea e la legge di delegazione europea 2019/2020 (LEGGE 22 aprile 2021, n. 53). In particolare, ha commentato che il Decreto Legislativo 5 agosto 2022, n. 136 non ha definito in modo soddisfacente ruoli e competenze dei professionisti coinvolti vanificando così i contenuti dei convegni, degli articoli, delle audizioni alle Commissioni Sanità di Camera e Senato che si sono realizzati nei mesi precedenti; il testo ha invece accolto le esigenze della produzione primaria, delle aziende di trasformazione e lo spazio ancora lasciato al ‘veterinario incaricato’ è foriero di confusione. La previsione che questo professionista possa inserire dati in Classyfarm svilisce la figura del ‘veterinario aziendale’ con gravi ripercussioni anche sulle consulenze PAC e sugli ‘ecoschemi’. 

Nel concludere la sua lunga relazione, Gaetano Penocchio ha quindi ribadito il ruolo della Federazione che continuerà nella propria azione tesa a dare risposte di senso a domande giuste, senza piegarsi all’ipocrisia, al comodo rifiuto di distinguere la cosa giusta da quella sbagliata, nella consapevolezza che non tutto è possibile ma che si vuole agire senza remore ed ipocrisie.

Il nostro privilegio – ha concluso Penocchio - è vivere in quel perimetro di ricchezza che contiene la nostra professione”. L’applauso dei presenti ha segnato la sottoscrizione dell’impegno così assunto.

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