Un ricordo di Rosario Mancuso

Un ricordo di Rosario Mancuso

"La medicina veterinaria era la sua grande passione sempre e comunque, anche nei momenti di tensione, di delusioni, di amarezza legati alle difficoltà incontrate nel tentare di realizzare i progetti e le attività in cui si impegnava oltre la norma, combattendo anche contro ogni mediocrità e meschinità".
Pubblichiamo uno scritto di Elia Rizzo, presidente di Caltanissetta, per il collega Rosario Mancuso e ricordiamo che è stata creata una associazione no profit per aiutare le figlie di Rosario: sul c/c SIVE Cod. IBAN IT63U0623011402000030380945 CAUSALE del Versamento: UN FUTURO SUI LIBRI PER EMMA E BEA MANCUSO è possibile dare il proprio contributo.
Per andare dove dobbiamo andare, da che parte dobbiamo andare? “Totò, Peppino e la malafemmina”
La domanda dei due mostri sacri della storica commedia italiana ricorreva spesso nelle mie discussioni con Rosario, così come innumerevoli citazioni simili, detti e proverbi della nostra cultura isolana; a pensarci ora, la domanda è pertinente in ogni momento della nostra vita. Nessuno sa in realtà da che parte dobbiamo andare per andare proprio là dove è scritto che si debba andare. Rosario ogni giorno si chiedeva dove sarebbe andato, ne ho certezza e forse lo sapeva sempre con esattezza: visite veterinarie in tutta la Sicilia, controlli nei vari centri di allevamento di cavalli e asini, Istituti Incremento Ippico, Zootecnico, Zooprofilattico, ambulatori veterinari di colleghi, a casa a Palermo (finalmente!!), a casa ad Itala (come sempre), a Trapani e ad Erice, a Caltanissetta e cosi via. Tra tutte queste “destinazioni” (ne potrei elencare molte altre) una aveva un significato particolare: la secca di ponente a Milazzo.
Essere ad Itala, cioè a Messina e non andare a pescare alla secca di ponente con il suo amico e collega Salvo “il pescatore” per antonomasia, voleva dire rinunciare a qualcosa di veramente unico e splendido. La secca di ponente di Milazzo, che ho avuto l'occasione di vedere anch'io da una distanza per me incolmabile e cioè dalla superficie del mare, era per Rosario uno dei due posti più belli del mondo.
Percorrere a testa in giù quei venticinque metri di acqua marina era il modo per arrivare in un mondo meraviglioso fatto di rocce, alghe, pesci e tutto ciò che vive nel nostro mare siciliano ma anche fatto di silenzi, impegno fisico e mentale, di evidenza dei limiti umani al cospetto della grande forza del mare e della natura in genere.
Limiti che non furono mai aggirati da Rosario ma superati gradualmente, “limati” con la forza dell'impegno e dell'umiltà di chi sa di essere poca cosa di fronte a tanta potenza ma che possiede altrettanta energia e devozione da portarlo giù nel mare senza alcun aiuto se non il suo corpo e la sua mente: un'immersione con gli autorespiratori per lui sarebbe stata come per un alpinista scalare il Monte Bianco appeso ad un verricello!!!
La pratica dell'apnea più che uno sport è uno stile di vita che non si può improvvisare, ma costruire in anni di allenamento ed impegno con disciplina e regole ferree, cosa che Rosario aveva appreso e fatta sua, dall'amico Salvo e dallo studio di tutto quanto era possibile leggere, ascoltare, ottenere anche da sportivi di altissimo livello, come un pescatore sportivo di cui non ricordo bene il nome conosciuto a San Vito Lo Capo capace di pescare a quaranta metri di profondità e oltre!!!
La pesca in realtà era una scusa per scendere in fondo al mare e vivere momenti, pochi “minuti” di pura esaltazione, tanto è che tutti i suoi cari sono sempre stati ricchissimi di racconti e di descrizioni e altrettanto “affamati e digiuni” di pesce fresco pescato da Rosario!!!!
La vera spinta era la ricerca di qualcosa di unico e personale, di un limite non esasperato ma ponderato e costruito: nessuna esasperazione volta a catturare una preda particolare, nessuna imprudenza in passaggi stretti, tane o grotte, mai oltre quel limite di profondità senza adeguata preparazione. Questo era il mare....ma Rosario Mancuso era medico veterinario e non si può dimenticarlo.
Medicina Veterinaria: anni di impegno, studi, esami, titoli, riconoscimenti, pratica quotidiana, attività scientifica, pubblicazioni, curiosità scientifica che andava oltre la nostra pura attività professionale, Rosario Mancuso andava anche al di là di tutto questo.
Già da studente universitario e successivamente anche nell'attività professionale ha dimostrato una vivacità ed una capacità di apprendere e soprattutto di studiare difficilmente eguagliabile: in grado di approfondire materie e discipline molto lontane tra loro quali ad esempio la ginecologia ed ostetricia (uno tra i pochi diplomati europei in riproduzione animale in Italia), l'ispezione degli alimenti di Origine Animale (Dottore di Ricerca e Specialista), prossimo alla Laurea in Biotecnologie (già apprezzato da colleghi medici e biologi esperti in riproduzione assistita umana), appassionato di anatomia patologica ed oncologia e autore di segnalazioni scientifiche con caratteristiche di vere e proprie “rarità”, disponibile ad offrire la propria esperienza nella chirurgia dei piccoli animali ed impegnarsi in progetti di ricerca finalizzati al miglioramento zootecnico delle popolazioni animali della sua Sicilia.
Rosario era il “veterinario dei cavalli” per centinaia di proprietari ed allevatori siciliani e non solo: pronto anche a “volare” dove fosse richiesto il suo intervento per un embryo transfer o per un giro di visite sempre insieme ai colleghi del posto, senza scavalcare nessuno e con un'etica professionale ed un rispetto per gli stessi colleghi difficile da ritrovare guardandosi intorno.
Ogni ambito ed ogni disciplina, ogni luogo ed ogni situazione di questa attività corrisponde a colleghi, persone, allevatori, pescatori, professori universitari, altri professionisti con i quali Rosario ha sempre avuto un rapporto particolare ed indimenticabile, così come chi lo ha conosciuto avrà sempre modo di confermarlo. Il mio rapporto professionale con Rosario comincia pochissimi giorni dopo la sua abilitazione all'esercizio professionale nel 1995 e da semplice tirocinio pratico in giro per cavalli al seguito del “collega anziano”, si trasforma subito in amicizia vera, condivisione di tutto, diventa “famiglia”: la mia casa ha sempre avuto una parte riservata a Rosario e alla sua famiglia.
Ho avuto la fortuna di condividere quindici anni di allegria, serietà, professionalità, comicità, intelligenza, princìpi di etica e rispetto che hanno costruito il nostro orgoglio di essere medici veterinari, ciascuno per la nostra strada professionale e nelle diverse sedi che abbiamo scelto. Rosario con grande umiltà e signorilità, sempre senza compromessi ( gli odiati “autorespiratori” e “verricelli”), è riuscito a raggiungere da un lato le profondità del mare e dall'altro altissimi livelli nella nostra professione, perseguendo sempre tutto con calma, determinazione e soprattutto con preparazione e studio, offrendo sempre il massimo a chiunque avesse bisogno di lui.
La mattina del 2 settembre, come mi ha raccontato sua madre Graziella durante quella tragica notte seguente, Rosario era impegnato a studiare delle “carte” che riguardavano un qualcosa di cui avrebbe dovuto occuparsi al suo ritorno al lavoro, ho intravisto l'argomento: la West Nile Disease....
La medicina veterinaria era la sua grande passione sempre e comunque, anche nei momenti di tensione, di delusioni, di amarezza legati alle difficoltà incontrate nel tentare di realizzare i progetti e le attività in cui si impegnava oltre la norma, combattendo anche contro ogni mediocrità e meschinità.
Come Presidente di un Ordine dei Medici Veterinari vorrei vedere tanti colleghi paragonabili al Dottore Rosario Mancuso esercitare la nostra professione ai suoi livelli.
Elia vorrebbe vedere il suo amico Saro. La secca di ponente di Milazzo era uno dei due posti più belli del mondo e l'altro era la sua Itala, un presepio incastrato tra i boschi dei monti Peloritani e lo Ionio dello Stretto di Messina, paese fermo nel tempo in cui si vive in media novant'anni e molto spesso si superano i cento. Rosario è morto a quaranta in questo suo paradiso e rimarrà per sempre tra i boschi del suo paese e nei tanti ricordi di tutti i suoi amici.
“Troppa roba!”
“Lascia fare, se no dicono che siamo provinciali, siamo tirati... "Salutandovi indistintamente, salutandovi indistintamente...”
Elia Rizzo