Con chi abbiamo a che fare: a Lazise il Presidente dell’UNAAPI viene allo scoperto

Con chi abbiamo a che fare: a Lazise il Presidente dell’UNAAPI viene allo scoperto

“La sperimentazione dell’Api-Bioxal è una pagliacciata. In Piemonte i Servizi Veterinari Regionali hanno autorizzato l’utilizzo dell’acido ossalico in deroga. . . . . I veterinari che aderiscono alla sperimentazione rischiano di esser contestati per omessa denuncia di varroa per ogni ordinazione inviata alla ditta farmaceutica . . . ”.
Queste le parole pronunciate nell’ambito del Convengo Beepath a Lazise, svoltosi il 2 ottobre scorso. L’intervento è quello del Presidente dell’UNAAPI.
La FNOVI esprime le proprie preoccupazioni e smentisce che i medici veterinari che partecipano alla sperimentazione del prodotto a base di acido ossalico, corrano alcun pericolo di contestazione per omessa denuncia di varroa.
“La sperimentazione dell’Api-Bioxal è una pagliacciata. In Piemonte i Servizi Veterinari Regionali hanno autorizzato l’utilizzo dell’acido ossalico in deroga. . . . . I veterinari che aderiscono alla sperimentazione rischiano di esser contestati per omessa denuncia di varroa per ogni ordinazione inviata alla ditta farmaceutica . . . ”.
Queste le parole pronunciate nell’ambito del Convengo Beepath a Lazise, svoltosi il 2 ottobre scorso. L’intervento è quello del Presidente dell’UNAAPI (vice presidente del COPA-COGECA), associazione che incassa dallo Stato, per promuovere un’apicoltura legale e pulita e per fare informazione e formazione ai propri associati, 426.097,07 euro/anno (D.M. n. 3159 16/02/2010 - Ripartizione contributi annualità 2008) e che l’ha designato quale rappresentate ai tavoli di lavoro del Ministero della Sanità.
A quei tavoli la situazione dell’apicoltura italiana è apparsa assai grave. Relativamente all’utilizzo di acido ossalico il Ministero della Salute ha cercato una soluzione che consentisse l’utilizzo del prodotto in tempi brevi, prima ancora della sua registrazione in Italia. La volontà del Ministero di voler comprendere le difficoltà del settore, si è concretizzata nell’autorizzazione alla sperimentazione multicentrica dell’API-BIOXAL, un prodotto a base di acido ossalico, iniziata a partire dal 15 di giugno 2010. Il Ministero della Salute ha ben mantenuto le sue promesse ed avremmo tutti auspicato adesso un segnale, una svolta proveniente dalla categoria degli apicoltori nella direzione del rientro nelle regole, una risposta associativa coerente ed una prova di collaborazione grande tra tutti, ministero, regioni, associazioni, centro di referenza di Padova e centro di ricerca Cra-Api , veterinari pubblici e liberi professionisti, tesa a traghettare l’apicoltura fuori dalle sabbie mobili dell’uso illegale di farmaci.
Le parole del presidente UNAAPI preoccupano. Non possiamo credere che UNAAPI voglia porre in difficoltà i propri associati (a rischio di sanzioni amministrative), ma è evidente che la stessa si assumerà tutte le responsabilità per le conseguenze che arriveranno dall’aver consigliato l’utilizzo illegale dell’acido ossalico, dell'acido formico e per ogni principio farmacologicamente attivo non regolarmente registrato.
Con tutta probabilità inoltre in questo modo l’apicoltura si sta bruciando la possibilità di vedersi registrare l’acido formico da parte di qualche ditta farmaceutica. Quale credibilità infatti verrà riconosciuta ad una categoria che tanto ha fatto per avere la registrazione dell’acido ossalico e poi quando ce lo ha non lo adopera?
A quei tavoli di lavoro al Ministero, svoltisi da marzo a maggio 2010, il Dott. Mutinelli del Centro di Referenza Italiano per l’Apicoltura e il Dott. Lodesani del CRA-API di Bologna notificarono ufficialmente al Ministero della Salute la presenza della varroa in tutti gli alveari del territorio italiano, in virtù di quando appreso dal monitoraggio APENET. Quindi, a differenza di quello che si è sentito nel convegno, i medici veterinari che partecipano alla sperimentazione del prodotto a base di acido ossalico, non corrono alcun pericolo di contestazione per omessa denuncia di varroa.
A questo punto restiamo in attesa di disporre dell’elenco dei veterinari disponibili a svolgere tale l’attività in sperimentazione in modo da velocizzare l’incontro dei Veterinari Apistici con gli Apicoltori attraverso la collaborazione degli Ordini provinciali, per l’utilizzo legale dell’acido ossalico a dicembre, quando le famiglie si troveranno nella condizione più propizia per il trattamento, essendo in blocco di covata.
Ci chiediamo inoltre, dopo aver appreso al Convegno di Lazise che in Piemonte hanno un <<piano acidi>> nel quale si permette l'uso di acido ossalico in deroga, perché le regioni Valle D’Aosta e Piemonte non siano tenute a rispettare quanto il Ministero ha stabilito sull’uso dell’acido ossalico per le restanti regioni d’Italia.
Ci auguriamo fermamente che le associazioni che dimostrano di non collaborare con le istituzioni e di non rispettare le leggi dello Stato smettano di ricevere da questo ogni contributo.