Il TAR della Sicilia ferma il decreto sulla tutela degli animali d'affezione

Il TAR della Sicilia ferma il decreto sulla tutela degli animali d'affezione

Dall'Ordine di Palermo arriva la notizia che il TAR della Regione Sicilia, accogliendo quanto richiesto dall'Ordine dei medici veterinari, ha sospeso il decreto presidenziale che istituiva l'anagrafe canina e dettava norme in materia di tutela degli animali da affezione e prevenzione del randagismo.
Dall'Ordine di Palermo arriva la notizia che il TAR della Regione Sicilia, accogliendo quanto richiesto dall'Ordine dei medici veterinari, ha sospeso il decreto presidenziale che istituiva l'anagrafe canina e dettava norme in materia di tutela degli animali da affezione e prevenzione del randagismo, regolamentando quando previsto dalla legge regionale n. 15 del 3 luglio 2000, che quindi rimane in attesa del regolamento di attuazione.
Il TAR, accogliendo la richiesta di sospensiva, ha confermato la fondatezza delle osservazioni avanzate dall'Ordine di Palermo.
Nella vicenda era intervenuta anche la FNOVI che aveva espresso perplessità sul regolamento: il testo faceva riferimento per le sterilizzazioni all'applicazione obbligatoria da parte dei professionisti di tariffe minime ed alla previsione di effettuare gratuitamente le sterilizzazioni di cani e gatti i cui proprietari avessero compiuto sessantacinque anni di età e che fossero titolari di pensione sociale. Né le rassicurazioni successivamente inoltrate dalla Regione avevano sollevato tutte le criticità atteso che, mentre si riconosceva la possibilità ai medici veterinari privati di applicare la tariffa liberamente contrattata con il cliente, si ponevano gli interventi di sterilizzazione gratuita a carico della struttura pubblica.
Proprio su questo la FNOVI aveva evidenziato che "gli interventi di sterilizzazione a favore degli animali di proprietà non rientrano nei livelli essenziali di assistenza e non possono intendersi a carico del servizio Sanitario Nazionale" . Nella stessa nota la Federazione auspicava una la politica regionale in grado di "tenere in considerazione i livelli essenziali di assistenza e dedicare le proprie energie alle attività istituzionali , comprese la sterilizzazione dei cani randagi presenti sul territorio ed ospitati in strutture pubbliche" (vedi precedente articolo).
La nota si concludeva auspicando che gli ordini provinciali fossero coinvolti nella programmazione delle attività di modifica del regolamento.
Si pubblica in allegato il testo dell'ordinanza.