Le cure veterinarie sempre tassate come auto di lusso - Meglio togliere l’Iva

06/07/2011
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Riportiamo a seguire l'articolo redatto dal Vice Pesidente FNOVI, Carla Bernasconi e pubblicato oggi - 6 luglio - sul Corriere della Sera, Edizione di Milano.

"La disciplina tributaria italiana non tiene conto del cambiamento della sensibilità sociale nei confronti degli animali d’affezione, a cui coerentemente sono seguiti Leggi e Regolamenti per la tutela degli animali, che riconoscono di fatto i loro diritti alla salute e al benessere (si veda in tal senso la legge n. 189/2004 recante la disciplina dei “Delitti contro il sentimento per gli animali”).
Sempre più evidente è il valore e l’importanza sociale degli animali: si pensi ad esempio alla “pet therapy”, sempre più diffusa.

È inoltre importante ricordare che le prestazioni medico veterinarie devono essere considerate un servizio di interesse pubblico, e non un bene di lusso: i medici veterinari tutelano la salute pubblica anche dedicando il proprio impegno alla protezione dell’uomo dai pericoli derivanti dalle malattie degli animali e alla prevenzione di malattie trasmissibili all’uomo. Non si spiega dunque perché le prestazioni medico veterinarie non possano essere assoggettate ad un’aliquota IVA ridotta, se non essere esenti come avviene per le spese di medicina umana: è paradossale che beni chiaramente voluttuari come francobolli da collezione e mazzi di rose godano di un regime IVA agevolato (10%) e non la salute dei nostri animali (20%).

A questo si aggiunge la forte limitazione della detraibilità delle spese medico veterinarie dai redditi: la fascia di detraibilità attuale è assolutamente inadeguata e ridicola, non tiene conto del numero di animali presenti nella famiglia e i suoi limiti sono fermi dal 2001, invariati rispetto all’aumento del costo della vita e dell’inflazione. La cifra massima che un cittadino può recuperare è infatti di soli € 49,06 (importo lordo massimo detraibile € 387,34; - franchigia € 129,11 = € 258,23. X 19% = € 49,06). Dell’importo massimo detraibile l’IVA è di € 64,56: come dire che il vantaggio della detraibilità fiscale, al netto della sua complessità amministrativa, è gravato a monte da un carico IVA ben superiore allo stesso importo detraibile.

La grandezza di una nazione e il suo progresso morale possono essere valutati dal modo in cui vengono trattati i suoi animali” ("Mahatma" Gandhi).

Il riconoscimento legislativo degli animali come esseri senzienti (Trattato di Lisbona - art. 13) deve in coerenza comprendere anche il riconoscimento del diritto alla loro salute: compreso in questo il permettere ai proprietari che se ne fanno carico uno sgravio in termini di detrazione fiscale, non la vessazione da un’aliquota IVA degna di un’auto sportiva".
 

Fonte: 
Ufficio stampa Fnovi
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