Echinococcosi: nessun allarme. Il Gazzettino rettifichi

Echinococcosi: nessun allarme. Il Gazzettino rettifichi

Il messaggio sull’echinococcosi è falso e genera paure ingiustificate, sospetti e inquietudine. E’ sufficiente leggere nell’edizione del 31 luglio 12 de Il Gazzettino.it l’articolo che titola “Ha un parassita che può essere mortale e contagioso: dimesso dall'ospedale” per capire che si salveranno dall’ignoranza e dalla paura solo coloro che esprimeranno dubbi sull’etica del giornalismo, ovvero coloro che sapranno sostituire il noto all’ignoto, il certo all’incerto, perché avranno avuto la fortuna, i mezzi e la cultura per rivolgersi altrove. Le notizie vanno date, non vanno inventate.
E allora come giustificare chi disinforma ed inquieta i lettori senza conoscere nulla di quanto scrive e, in difetto di cultura, non si da neppure cura di verificare le proprie “fonti”?
L’echinococcosi cistica non è una malattia di origine tropicale, non è rarissima alla sua prima comparsa in Veneto, non si trasmette da uomo a uomo, non si trasmette da uomo ad animale, il cittadino straniero affetto da questa patologia non rappresenta una minaccia (neppure potenziale) per le persone che incontra.
Il messaggio dato dal Gazzettino è falso, genera paure, sospetti e inquietudine.
L’echinococcosi cistica è malattia parassitaria ancora altamente prevalente nelle regioni centrali, meridionali e insulari del Paese, specialmente negli ovini. Dati più o meno recenti sull’echinococcosi cistica umana (casi chirurgici) indicano un’incidenza media annua/100.000 abitanti di: 1,57 (1989-1993, Emilia Romagna), 9,77 (1990-1995, Sardegna), 2,3 (1989-1991, Sicilia), 2,33 (1996-2000, Puglia). In generale l’echinococcosi cistica umana è rimasta pressoché costante con un calo sensibile solo negli ultimi anni.
La prevalenza nel bovino in Veneto negli anni 2005-2008, calcolata presso un grosso macello del nord Italia, è risultata dello 0,23%, con un picco nel 2007 (0,36%) e un valore minimo nel 2008 (0,15%). In Veneto dal 1999 al 2005 si sono registrati 104 casi di echinococcosi cistica umana.
E’ malattia scarsamente contagiosa. Il cane, principale ospite definitivo, alberga la tenia adulta ed elimina con le feci proglottidi contenenti uova già infettanti, fonte di contaminazione per gli ospiti intermedi (ruminanti domestici e selvatici, suino, uomo e altri) dove si sviluppa la forma larvale cistica (idatidosi). Le cisti idatidee contenute negli organi degli ospiti intermedi sono infettanti solo per l’ospite definitivo. In Italia, il lupo è uno dei possibili ospiti definitivi, essendo serbatoio per ora non molto importante per la scarsità numerica, ma vi è possibilità di cicli completamente selvatici (cinghiale-lupo).
La trasmissione all’uomo avviene principalmente per contaminazione con le uova presenti negli alimenti (vegetali). Raramente si ritiene possa avvenire attraverso il contatto diretto col cane infetto.
Ci fermiamo qui. Lungi da questa Federazione l’idea di fare una qualunque altra affermazione in merito al concentrato di errori proposti ai vostri lettori, ma anche senza volere che la notizia diventi cultura (sarebbe veramente pretendere troppo da “questo giornalismo”) è ora di pretendere che questo giornalismo inizi a pagare il prezzo dei danni che genera.