ANIMALI NEI TEST DI LABORATORIO

24/10/2006
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ANIMALI NEI TEST DI LABORATORIO

Interrogante: On. Gianni Mancuso
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Per sapere, premesso che:
Ogni anno quasi un milione di animali (per l’esattezza 912.000) sono vittime dei laboratori italiani
che usano tali animali quali cavie da laboratorio per i più disparati esperimenti;
Cani, gatti, topolini, scimmie, gerbili, maiali finiscono sotto i ferri di medici e chirurghi per testare
sostanze di svariata natura e per verificare gli effetti di sostanze e molecole sugli esseri umani e
dove, in non pochi casi, gli animali vengono “testati” senza uso di anestesia;
In deroga alla legge sorgono, sregolatamente, stabilimenti autorizzati ad operare questo tipo di
sperimentazioni. Invece di rappresentare una eccezione sono ormai il 20% e questo a causa di un
inadeguato controllo e la mancanza di direttive specifiche da parte del Ministero della Salute;
Il numero dei laboratori di ricerca che fanno uso di animali sono in costante aumento dal 2002 al
2005 sono nati 8 stabilimenti all’anno;
Il numero maggiore degli stabilimenti della morte si trovano al Nord, con la Lombardia che fa da
capolista con ben 130 strutture.
- Se il Governo intenda, finalmente, emanare chiare direttive volte ad impedire la nascita di nuovi
stabilimenti della morte e se intenda impedire l’uso indiscriminato degli animali nei test
scientifici;
- Se non ritenga, invece, di dover incentivare metodi alternativi all’uso degli animali, come accade
all’estero dove, ad esempio, per la medicina d’urgenza non usano i maiali (come accade in Italia),
ma un manichino “SAM” che simula le situazioni di emergenza.
- Se sia intenzione del Governo istituire un organismo che registri i metodi alternativi e che ne
renda obbligatorio l’utilizzo.
Gianni Mancuso
Roma, 24.10.2006
Interrogazione a risposta in
Commissione
Al Ministro della Salute

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Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI
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