Veterinari esposti alla febbre Q

Medicina del lavoro
16/03/2009
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La sieroprevalenza della Coxiella burnetii, l'agente causale della zoonosi nota come febbre Q, è elevata nei veterinari, e soprattutto in quelli che vivono in contatto con il bestiame o gli animali selvatici. Dato che la febbre Q potrebbe presentarsi con sintomi simil-influenzali o con polmoniti o epatiti non spiegate, sarebbe opportuno tenere presente questa malattia nella diagnosi differenziale di veterinari o altro personale esposto a questo tipo di malattie professionali.

La sieroprevalenza della Coxiella burnetii, l'agente causale della zoonosi nota come febbre Q, è elevata nei veterinari, e soprattutto in quelli che vivono in contatto con il bestiame o gli animali selvatici. Dato che la febbre Q potrebbe presentarsi con sintomi simil-influenzali o con polmoniti o epatiti non spiegate, sarebbe opportuno tenere presente questa malattia nella diagnosi differenziale di veterinari o altro personale esposto a questo tipo di malattie professionali. La febbre Q può causare infezioni croniche anche anni dopo l'infezione iniziale, e nei soggetti con cardiopatie, immunosoppressi o in gravidanza è essenziale diagnosticare l'eventuale coinvolgimento dell'endocardio in fase precoce per evitare complicazioni. In uno studio precedente era stata rilevata la presenza di anticorpi per C. burnetii nel 16 percento dei militari di ritorno dall'Iraq: se questo tasso di esposizione fosse costante, ciò potrebbe dare luogo ad un importante reservoir di febbre Q per il futuro. (Clin Infect Dis 2009; 48: 550-9)

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI
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