Nuova variante patogena del virus della Malattia Emorragica Virale del coniglio

Nuova variante patogena del virus della Malattia Emorragica Virale del coniglio

Sulla stampa scientifica internazionale è recentemente comparsa una breve segnalazione sulla comparsa in Francia di una nuova variante patogena del virus della Malattia Emorragica Virale (MEV) causa di mortalità elevate. Il ceppo identificato non è una “variante” , ma un virus significativamente differente dagli stipiti patogeni conosciuti, ed esso stesso altamente patogeno.
Il Ministero della Salute, con il supporto del Centro di Referenza Nazionale per le Malattie Virali dei Lagomorfi presso l’IZSLER (che peraltro agisce anche come Laboratorio di Riferimento OIE per RHD), hanno avviato un’azione di informazione e sensibilizzazione degli operatori.
Sulla stampa scientifica internazionale è recentemente comparsa una breve segnalazione in forma di lettera (Detection of a new variant of rabbit haemorrhagic disease virus in France, Veterinary Record, February 5, 2011 pp.137-138) a firma di G. Le Gall-Reculé et al., nel quale è descritta la comparsa in Francia, a partire dalla estate 2010, di una nuova variante patogena del virus della Malattia Emorragica Virale (MEV) altresì conosciuta come RHDV, causa di mortalità elevate.
Il ceppo identificato non è una “variante” qualsiasi come altre riportate in passato, ma un virus significativamente differente (sulla base della percentuale d’identità genomica) dagli stipiti patogeni conosciuti, ed esso stesso altamente patogeno. Nel lavoro si legge che ha provocato “mortalità inusuali che hanno raggiunto l’80-90%” sia in conigli allevati che in soggetti selvatici.
Sembrerebbe quindi trattarsi di una variate significativa equiparabile forse ad un nuovo subtipo/sierotipo piuttosto che a una variante, come quelle che con più frequenza sono state identificate e descritte in vari Paesi ed anche in Italia (es. RHDVa). La preoccupazione di questo dato è ancora più amplificata dal fatto che gli Autori riportano il verificarsi di mortalità anche tra gli animali vaccinati, a prova del fatto che i vaccini tradizionali indurrebbero una protezione solo parziale, e ipotizzano quindi la necessità di schemi vaccinali modificati o di vaccini contenenti come stipite vaccinale anche il “nuovo” ceppo.
In presenza di una tale situazione, il settore produttivo nazionale è fortemente preoccupato delle possibili conseguenza che determinerebbe una introduzione del virus nel nostro Paese. Cosa tutt’altro che difficile considerando da un lato gli intensi scambi commerciali con la Francia (da cui importiamo buona parte della genetica) e dall’altro la facilità di trasmissione diretta e indiretta dei calicivirus dei lagomorfi, grazie anche alla loro elevata resistenza ambientale. E’ evidente quindi la necessitò di un allerta nazionale e dell’adozione di misure atte a prevenire gli effetti negativi del virus.
A tal fine, il Ministero della Salute, con il supporto del Centro di Referenza Nazionale per le Malattie Virali dei Lagomorfi presso l’IZSLER (che peraltro agisce anche come Laboratorio di Riferimento OIE per RHD), hanno avviato un’azione di informazione e sensibilizzazione degli operatori (vedi lettera allegata del MinSal) e programmato una serie di studi che, una volta acquisita la disponibilità del ceppo, sono finalizzati a valutare la reale omologia antigenica tra i due virus e la conseguente adeguatezza degli strumenti diagnostici oggi disponibili, il grado di cross-protezione indotto dai vaccini attuali presenti in commercio e la eventuale necessità di allestire presidi immunitari specifici in grado di proteggere efficacemente gli animali in caso di ingresso in Italia della variante francese.