Uso di farine animali nei mangimi per pesci

Nota del Ministero della Salute - Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari
03/05/2016
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Il primo passo verso l’abrogazione parziale del divieto relativo all’utilizzo delle proteine animali trasformate (PAT) nei mangimi per animali è stato compiuto con l’entrata in vigore del Regolamento UE 56/2013 volto a ri-autorizzare l’uso delle PAT provenienti da non ruminanti (suini e pollame) limitatamente al settore dell’acquacoltura. Questa misura - applicata a partire dal 1° giugno 2013 - ha consentito ai pesci di allevamento di essere alimentati con farine animali. Le PAT di animali terrestri ruminanti restano invece vietate per qualsiasi animale da allevamento, ad eccezione degli animali da pelliccia.
Ma la Direzione Generale della Sanità Animale e dei farmaci veterinari, in una nota diramata in argomento, ha informato che “il programma di campionamento ufficiale dei mangimi previsto dal PNNA ha evidenziato un certo numero di positività per la presenza di DNA di ruminanti che hanno dato luogo anche ad allerte comunitarie".

"Ciò ha spinto alcuni produttori nazionale a riportare in etichetta la dicitura ‘può contenere tracce di prodotti o sottoprodotto lattiero-caseari’, al fine di ricondurre la eventuale positività per DNA di ruminante alla presenza ipotetica di tali materie prime”.
La nota prosegue fornendo indicazioni operative utili per una corretta attività di campionamento e successiva valutazione.

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI
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