Equo compenso: audizione al Senato del CUP

12/07/2017
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Il DDL sull’equo compenso continua il suo iter e lo scorso 11 luglio si è svolta l’audizione alla Commissione lavoro del Senato del Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali. La Presidente del CUP, Marina Calderone, dopo l’audizione ha dichiarato che il DDL è acconto con favore in quanto “darà maggiori certezze non solo agli iscritti agli Albi ma anche ai cittadini.
Introducendo il concetto di ‘equo compenso’ inteso come “compenso proporzionato alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale”, il DDL rende ‘nullo’ qualsiasi patto nel quale il compenso sia “manifestamente sproporzionato all’opera professionale".

In questo modo – ed è questo l’auspicio del CUP – sarà possibile confinare le pratiche piratesche, fondate esclusivamente sull’accaparramento della clientela in base ad una offerta della prestazione con compensi irrisori, al di fuori delle dinamiche legittime del mercato del lavoro professionale.
Nel DDL si chiarisce che per ‘manifestamente sproporzionato’ si intende un compenso di ammontare inferiore ai minimi stabiliti dai parametri per la liquidazione dei compensi dei professionisti iscritti agli Ordini o Collegi dai decreti ministeriali di riferimento.
Nel sottolineare che le norme proposte costituiscono un momento di garanzia di tutela degli utenti in ordine alla qualità delle prestazioni e non rappresentano un ostacolo alla libera concorrenza, la Calderone ha aggiunto che “il DDL Sacconi si pone quale completamento fisiologico del percorso intrapreso con le norme introdotte a tutela del lavoro autonomo, in particolare con la legge 87/2017”.
L’equo compenso dei professionisti – è stato sottolineato durane l’intervento alla Commissione lavoro del Senato – è in intervento costituzionalmente necessario: il principio è infatti già presente nell’art, 36 della Costituzione”.
Il Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali è comparso in audizione anche a proposito “dell’impatto sul mercato del lavoro della quarta rivoluzione industriale” evidenziando la necessità di perseguire una economia della conoscenza in cui gli investimenti nell’innovazione tecnologica vadano di pari passo a quelli nel capitale umano affinché si possano creare posti di lavoro di qualità.

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI
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