Aumento del 90% dei servizi veterinari?

Tutti danno i numeri
16/02/2018
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Per quanto abituati alla ricerca del sensazionalismo, sentire, nel corso di un seguito telegiornale della sera, che le spese veterinarie sono aumentate del 90% è sempre motivo di sgradevole sorpresa. La sensazione diventa fastidio quando poi si cerca la fonte della notizia e si arriva ad un datato comunicato stampa dello scorso 17 gennaio dove sono sciorinate quelle raffiche di percentuali che sembrano fatte apposta per confondere il lettore. Del resto sicuramente è confuso chi ritiene che gli animali da compagnia e quelli domestici siano gli stessi e utilizza i termini servizi veterinari come sinonimo di prestazioni medico veterinarie.

Abbiamo chiesto di ricevere il rapporto dal quale sono tratti i dati perché riteniamo che verificare le fonti – e anche a valutarne l’affidabilità sia importante almeno quanto utilizzare termini corretti e non equivocabili, tanto più quando viene data ampia divulgazione di notizie.
È iniziata una caccia al tesoro che ci ha (quasi) appassionato. Dopo innumerevoli telefonate e messaggi di posta elettronica, rimbalzi da un sgomento interlocutore all’altro, rinvii a fonti che a loro volta negavano di aver prodotto i dati, possiamo affermare di aver raggiunto la fonte primaria del dato che non si riferiva in alcun modo alle spese veterinarie ma “al numero di imprese attive in Italia iscritte nel Registro delle imprese delle Camere di Commercio con il codice di attività economica ATECO 2007 M75: Servizi Veterinari. Quindi dovrebbero essere veterinari che, per qualche motivo, hanno deciso di divenire "impresa" ed iscriversi al Registro”, ovvero strutture medico veterinarie che hanno cambiato assetto trasformandosi in società.
Questa variazione al rialzo, registrata nel periodo dal 2012 al 2017 dalla Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, nel corso di un paio di passaggi è diventata  richiesta di servizi veterinari – dato peraltro ripreso irrazionalmente da molti siti – per trasformarsi nell’aumento del 90% delle spese veterinarie.
Certo non è la prima né sarà l’ultima volta che un dato numerico viene elaborato fino a perdere significato e quindi non ce ne stupiamo più di tanto ma non possiamo ignorare il fatto che un dato che forse poteva essere di qualche interesse per la professione è stato manipolato malamente e quel che è peggio diffuso senza che qualcuno si ponesse la domanda “ma di che cosa stanno (stiamo) parlando?” mediocremente pronti a fare da grancassa anche alle notizie meno credibili.
Fa certamente piacere sapere che gli animali da compagnia sono sempre più presenti nelle famiglie italiane, meno lusinghiero dover ancora una volta non solo ricordare ai media che le cure (medico veterinarie) non sono quelle che si dedicano all’aspetto degli animali bensì quelle finalizzate a mantenere o ritrovare la salute ma soprattutto che le notizie vanno verificate prima di essere divulgate. Di mala informazione non ce ne è alcun bisogno.

Questo testo è stato inviato ai media e alle associazioni interessate. 

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI
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