Idee per la modernizzazione del Paese - 21 febbraio 2018

Idee per la modernizzazione del Paese - 21 febbraio 2018

Moderati dal vicedirettore di Tg5 e dal vicedirettore di Tg1 si sono susseguiti gli interventi dei portavoce dei 10 tavoli di lavoro dello scorso 2 febbraio e gli interventi dei presidenti di CUP, RPT, CNA professioni e ADEPP.
Proprio il presidente AdEPP, Alberto Oliveti, ha ricordato quelle che sono considerate le caratteristiche di un buon medico ma che possono essere declinate per tutte le professioni: techne, logos e philia. Concetti ampi e condivisibili, che una lingua antica riesce a descrivere con inalterata accuratezza, e solo apparentemente contrapposti a quelli che descrivono la rivoluzione digitale utilizzando termini in inglese.
Dalla lingua comune dell’antichità occidentale a quella del presente globalizzato, dove troppo pochi oggi sono in grado di padroneggiare concetti come big data, e deep learning che richiedono non solo riflessioni etiche ma anche nuove, irrinunciabili competenze. Molti dei punti del documento presentato oggi richiamano, più o meno direttamente, l’innovazione tecnologica, i ritardi dell’Italia, le conseguenze negative del mancato accesso alla connessione veloce.
Penalizzati non solo i cittadini, che della semplificazione hanno potuto vedere ben pochi risultati, ma anche le professioni che non hanno accesso alle banche date, nonostante siano sempre i primi, volenti o nolenti, ad aggiornare i propri strumenti di lavoro e di comunicazione. Nel documento si legge. Il principio sancito dall’art. 5 della legge 81/2017 (Jobs act del lavoro autonomo ) secondo cui il Governo è delegato ad individuare “gli atti delle amministrazioni pubbliche che possono essere rimessi anche alle professioni organizzate in ordini o collegi in relazione al carattere di terzietà di queste”, deve essere pienamente attuato e in questo senso le professioni sanitarie possono richiamare anche la LEGGE 11 gennaio 2018, n. 3: “ Gli Ordini e le relative Federazioni nazionali: sono enti pubblici non economici e agiscono quali organi sussidiari dello Stato al fine di tutelare gli interessi pubblici, garantiti dall'ordinamento, connessi all'esercizio professionale;”.
Le competenze di ciascuno a disposizione di tutti e come ha sottolineato Marina Calderone le professioni non sono solo produttrici di PIL, ma anche di un sistema di valori, un corpo sociale intermedio connotato dalla trasparenza totale sulla rappresentatività – gli Albi degli Iscritti sono pubblici.
Le professioni, unite nella condivisione dei principi raccolti nel documento “Idee per la modernizzazione del paese” hanno dimostrato che una rappresentanza di qualità riesce a fare sintesi e diventare valore per il Paese. “Possiamo tornare a crescere e l’Italia può divenire un Paese moderno se tutti, nessuno escluso, contribuiscono a definire obiettivi credibili.” Per poter tutelare un diritto individuale che è interesse collettivo, ovvero il ruolo degli Ordini tramite i propri Iscritti, è richiesta formazione adeguata e continua che preveda anche l’incentivazione del sistema di certificazione delle competenze deve avvenire in un’ottica di trasparenza e di valorizzazione dei percorsi formativi.
La formazione di gruppi interdisciplinari in grado di realizzare strumenti propositivi, incentivanti e attivi su scala locale, che coinvolgano tutti i livelli decisionali nel rispetto delle specifiche competenze è una proposta emersa in più passaggi, finalizzata in particolare alla creazione di nuove possibilità di accesso al lavoro per i giovani.
In un mondo (del lavoro) in rapidissima evoluzione gli Ordini devono impegnarsi e immaginare cosa e come saranno tra 20 anni, dove la società della conoscenza sarà definitivamente mutata nella conoscenza artificiale. Una trasformazione che, come detto a tutti i tavoli di lavoro, non deve essere subita ma utilizzata, sfruttata per raggiungere gli obiettivi credibili che permetteranno di realizzare un futuro migliore di quello che si delinea oggi in assenza di un reale cambiamento.