Randagismo in Sicilia: gli Ordini sono al lavoro

Randagismo in Sicilia: gli Ordini sono al lavoro

A Sciacca decine di cani avvelenati da una mano sconosciuta che ha ritenuto di risolvere un problema nel modo più vergognoso. Ben sappiamo come il problema del randagismo canino affligge la Sicilia e molte altre regioni italiane. Le strategie adottate per risolverlo fino a questo momento si sono rivelate insufficienti. Tuttora hanno fallito le campagne di microchippatura, sterilizzazione e controllo sui cani vaganti, che di fatto spesso sono di proprietà non riconosciuta né attribuibile, a causa della negazione dei detentori; questi ultimi infatti nutrono e accolgono i cani liberi, disconoscendone la responsabilità giuridica ovvero la proprietà dell’animale.
Ogni volta che eventi tragici richiamano l’attenzione dell’opinione pubblica sulla necessità di prendere provvedimenti si assiste al consueto succedersi di dichiarazioni che non portano mai a risultati concreti. Ci si accanisce soprattutto contro le Istituzioni ritenute incapaci e latitanti rispetto al problema. Si parla della sterilizzazione di massa come se la soluzione di tutto fosse così a portata di mano, mentre è evidente come non si possa pensare di fermare un’alluvione con una spugna.
E’ necessario agire alla fonte di un problema che è essenzialmente culturale. Per tale ragioni va gestito nel modo più corretto sia a livello politico che istituzionale. La classe medica veterinaria già operante sul territorio è conscia della gravità del problema, ma va potenziata e ulteriormente assistita negli ambiti e nelle strutture già esistenti. A nulla servono interventi estemporanei nelle zone più ad alto rischio. A questo si aggiunga che la disponibilità delle strutture veterinarie private nelle campagne di sterilizzazione a supporto della sanità pubblica c’è sempre stata, ma è necessario intervenire in modo più incisivo sugli aspetti educativi, soprattutto delle giovani generazioni. Fino a quando sarà consuetudine evitare l’identificazione, abbandonare cuccioli, accettare che branchi di cani randagi vaghino per le campagne ogni intervento risulterà poco efficace.
Le articolazioni ordinistiche della Sicilia, gli Ordini dei medici veterinari della Sicilia e la Federazione regionale degli Ordini hanno incontrato l'Assessore alla Salute della Regione Sicilia Ruggero Razza già prima dei disdicevoli fatti di Sciacca. Nel corso dell'incontro sono state discusse le problematiche sanitarie di interesse veterinario, e l’Assessore ha chiesto agli Ordini di mettere a disposizione esperienza e conoscenza. E’ stato costituito un gruppo di lavoro che si sta occupando della questione randagismo. Il gruppo ha abbozzato una proposta di lavoro analizzando le cause che hanno determinato il dilagare del fenomeno e che continuano ad alimentarlo e ipotizzato le azioni che potrebbero, con il coinvolgimento di tutti, arginarne le fonti.
La Federazione regionale sta inoltre lavorando ad una revisione della Legge regionale 15/2000; il lavoro sarà presentato in Federazione entro il 4 marzo e proposto alla politica.