Cumulo pensioni, tutto fermo: Casse previdenziali e Inps litigano per i costi di gestione

Cumulo pensioni, tutto fermo: Casse previdenziali e Inps litigano per i costi di gestione

E’ guerra tra le Casse previdenziali e l’Inps sul cumulo gratuito delle pensioni. Ad infiammare gli animi le spese amministrative per le domande che l'Istituto (con una 'lettera aperta' del presidente Tito Boeri inviata venerdì ai professionisti) ribadisce spettino agli Enti coinvolti nella liquidazione, chiamati a "far la propria parte" nel pagamento degli oneri (65 euro a caso), in "misura proporzionale alle rispettive quote di pensione erogate".
Il braccio di ferro tra Inps e Adepp si gioca sul costo di gestione delle pratiche, che l'Inps quantifica in 65 euro a pensionato (da dividere tra gli enti interessati), un costo che per le Casse di previdenza dei professionisti non è dovuto, dato che è la legge ad imporre la gestione del cumulo all'Inps.
Secondo le Casse (vedi per tutte sul portale ENPAV) queste pretese non hanno fondamento. Infatti a seguito dell'estensione del cumulo alle casse professionali, lo Stato ha riconosciuto all'Inps un maggior finanziamento che, a regime, raggiungerà l'importo di 89milioni di euro all'anno. “Queste risorse sono finanziate con le tasse pagate da tutti i contribuenti italiani, compresi i professionisti e le loro Casse. Sarebbe una discriminazione inaccettabile imporre ai nostri iscritti di pagare lo stesso costo due volte", ha dichiarato il Presidente dell'Adepp Alberto Oliveti.
Inoltre le Casse, per rispettare la legge, hanno già accettato di accollarsi i maggiori costi pensionistici derivanti dal cumulo, senza ricevere alcun ristoro da parte dello Stato, e non hanno nemmeno chiesto all'Inps di rimborsare loro i costi amministrativi che dovranno sostenere per istruire le pratiche di pensione anche per le quote di competenza dell’istituto pubblico.
Infine non è chiaro a cosa dovrebbero servire questi 65,04 euro, visto che gli uffici Inps li hanno chiesti per coprire dei costi che l’istituto dovrebbe comunque sostenere se l’iscritto non facesse domanda di pensione in cumulo ma chiedesse la pensione per via ordinaria (Le motivazioni addotte da Inps sono: “informazioni sulle eventuali variazioni pensioni”, “richiesta cambio ufficio pagatore”, “cessione del quinto”, “pignoramenti”, “altre attività legate alla circostanza che il pagamento sia gestito da Inps”.)
Insomma Casse e Inps si devono per forza mettere d’accordo, e mentre dura questo rimpallo le richieste di cumulo da parte dei professionisti si accumulano: all'Inps ne sono arrivale almeno 5mila e qualche centinaio alle Casse.