Africa: fondi e sostegno dall’OIE per la rete veterinaria creata dall’IZSAM di Teramo
Africa: fondi e sostegno dall’OIE per la rete veterinaria creata dall’IZSAM di Teramo
Ha ricevuto il pieno sostegno dell’Organizzazione Mondiale per la salute animale (OIE) il progetto di messa in rete delle strutture veterinarie africane, noto con l’acronimo ERFAN, nato a Teramo grazie alle attività dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per l’Abruzzo e il Molise (IZSAM) da oltre 30 anni impegnato in attività di cooperazione in Africa.
Lo si apprende da una nota diffusa dallo stesso Istituto, nella quale si precisa che Romano Marabelli, Consigliere del Direttore Generale dell’OIE, ha ufficializzato l’approvazione dell’ERFAN (Enhancing Research for Africa Network) come progetto OIE, che per la durata di 4 anni riceverà il supporto economico da parte dell’Organizzazione Internazionale con l’obiettivo di facilitare la rete e le attività di networking legate ai meeting internazionali.
L’ERFAN, nato nel 2017 sulle colline di Teramo strette tra il Gran Sasso e il mare, ha tenuto dal 14 al 16 novembre 2018, presso il Dipartimento delle Malattie tropicali dell’Università di Pretoria (Sudafrica), il suo secondo meeting internazionale nella regione SADC (Southern African Development Community).
L’incontro ha visto l’Istituto di Abruzzo e Molise entrare in Partnership con 4 Istituti Zooprofilattici Sperimentali italiani ( Mezzogiorno, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Sicilia, Puglia e Basilicata), confermando il ruolo guida che l’IZSAM è in grado di giocare nella cooperazione veterinaria con l’Africa, continente con il quale vanta una tradizione trentennale senza paragoni.
A Pretoria, per tre giorni si sono riuniti i rappresentanti di Istituzioni scientifiche e non provenienti da 8 paesi Africani.
“L’ERFAN è una piattaforma che aiuta il coordinamento e la collaborazione su tematiche sanitarie rilevanti, riunendo istituzioni veterinarie africane e italiane operanti a livello nazionale ed internazionale” spiega il Responsabile dell’Ufficio Ricerca, Cooperazione e sviluppo dell’IZSAM, Massimo Scacchia. “La realtà africana è in grado di ricevere ma anche di dare molto; cooperare con i Paesi africani è senza dubbio un’opportunità per i veterinari italiani per conoscere e maturare professionalità. Ma anche un’occasione imperdibile per studiare e comprendere malattie che non conoscono confini”.
Silvio Borrello, Direttore Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero italiano della Salute, presente ai lavori a Pretoria, ha evidenziato l’importanza dell’ERFAN come prezioso mezzo di collaborazione internazionale, sia da un punto di vista politico che tecnico-scientifico. L’Africa e l’Italia risultano così unite nelle strategie scientifiche nel futuro.
La conferenza ha permesso di evidenziare l’importanza della “messa a sistema delle varie competenze al fine di potenziare lo sforzo e la capacità di ricerca”, come ha detto il Direttore Generale dell’IZSAM, Mauro Mattioli. “La rete ERFAN -ha continuato Mattioli – facilita la condivisione di informazioni per rafforzare la sicurezza sanitaria a livello globale, il controllo delle malattie e le risposte alle crisi in accordo con le disposizioni dell’OIE”.
“Durante il workshop – si legge nella nota dell’IZSAM – è emersa l’importanza di tre elementi chiave attorno ai quali le attività dell’ERFAN verranno programmate: si tratta del trasferimento di tecnologia e innovazione, di ricerca e di supporto ai Poli di Eccellenza scientifici, inclusi i Laboratori di Referenza e Centri di Collaborazione OIE, presenti in Africa e in Italia. Esperti dell’IZSAM hanno evidenziato l’importanza dell’introduzione di nuove tecnologie applicate alla scienza veterinaria. Si è parlato di Bioinformatica e di uso di dati satellitari al servizio della ricerca e dello sviluppo dei Paesi africani”.
La partecipazione di cinque Istituti Zooprofilattici Sperimentali Italiani (su 10 esistenti) ha costituito anche la premessa per la realizzazione di una rete degli IZS che, come parte integrante del sistema Italia, può contribuire all’internazionalizzazione delle componenti della scienza e della ricerca.