L’upgrading della ‘social reputation’ della professione veterinaria

Presentazione dei risultati della ricerca “Il valore sociale del medico veterinario”
29/03/2019
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I principali risultati della ricerca “Il valore sociale del medico veterinario” saranno presentati nel pomeriggio di oggi a Roma da Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis. A seguire una discussione alla quale parteciperanno Gaetano Penocchio, Presidente FNOVI, Giuseppe De Rita, Presidente del Censis, ed Armando Bartolazzi, Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute.
Le ragioni del progetto commissionato dalla FNOVI derivano dalla considerazione di carattere generale che la professione veterinaria svolge un’azione trasversale ad una pluralità di settori confrontandosi con relativi bisogni e criticità. Molti di questi settori sono oggi oggetto di una elevata e crescente attenzione da parte degli italiani: dalla sicurezza alimentare al benessere animale, per citarne solo due.

L’esito dell’azione dei veterinari è la creazione di un valore sociale reale enorme a beneficio delle comunità. Tuttavia, del ruolo e del valore sociale creato dai veterinari esiste una consapevolezza molto limitata nella cultura sociale collettiva, e la reputazione sociale della professione raccoglie solo una quota molto ridotta del dividendo che invece è associato al contributo dato per innalzare il benessere di persone, comunità e anche animali.
Eppure, nella fase attuale, nell’economia e nella società la ‘social reputation’ è una componente decisiva dell’identità professionale: sia di quella autopercepita e fatta propria dagli stessi professionisti, sia dell’identità sociale che nasce dal modo in cui i cittadini conoscono, pensano e valutano il ruolo, le competenze e le attività di una professione.
La promozione della good social reputation a partire dal valore sociale creato richiede un’azione di alto profilo, sistematica, orientata anche alla visibilità mediatica in senso ampio, che consenta di “raccontare” in modo memorabile, e radicare nei principali motori di formazione del senso comune, la percezione adeguata del valore sociale creato da una professione e dell’impatto che ha sulla qualità della vita degli italiani.
L’obiettivo del progetto affidato dalla FNOVI al Censis era proprio la promozione e l’upgrading della reputazione sociale della professione veterinaria attraverso una attività di ricerca-comunicazione-advocacy in grado di “raccontare” e renderne visibile ruolo e valore sociale.
Nel comunicato stampa diramato a poche ore dalla presentazione ufficiale del rapporto si commenta che “nell’immaginario collettivo spesso prevale la visione del veterinario come fosse un missionario e non un professionista, un animalista appassionato e non un medico che opera per la salute e il benessere della collettività. E la percezione positiva non si traduce in un adeguato riconoscimento economico”.
Ed invece i medici veterinari sono molto di più: sono professionisti che “garantiscono la qualità e la sicurezza degli alimenti di origine animale che finiscono sulle nostre tavole, a tutela di consumatori sempre più attenti alla genuinità, salubrità e tracciabilità di quello che mangiano (sono stati pari a 65 miliardi di euro i consumi interni di prodotti alimentari di origine animale nel 2017: il 43% della spesa alimentare complessiva delle famiglie italiane). Inoltre, certificano la qualità dei prodotti italiani di origine animale e autorizzano le esportazioni nel mondo, a presidio della filiera del nostro «made in Italy» alimentare (è stato pari a 7,8 miliardi di euro il nostro export di prodotti alimentari di origine animale nel 2017: +44,0% in quantità e +57,4% in valore negli ultimi dieci anni). I medici veterinari pubblici, inoltre, si occupano della salvaguardia dell’ambiente, attraverso i controlli delle acque fluviali e marine e delle fonti di inquinamento ambientale, e della protezione delle specie animali in via di estinzione. In definitiva, la nuova immagine del medico veterinario è molto più complessa e articolata di certe raffigurazioni tradizionali. Il nuovo paradigma si chiama «One Health», cioè salute unica e medicina unica per l’intera collettività: uomo, animale e ambiente insieme, secondo una logica sistemica e multidisciplinare. Per capire pienamente il ruolo sociale del medico veterinario basti pensare alle malattie infettive dell’uomo che provengono dal serbatoio animale o al fatto che è scientificamente provata la funzione terapeutica degli animali per persone con disturbi del comportamento o gravi malattie”.
Gaetano Penocchio, Presidente FNOVI ha dichiarato che “Sempre più medici veterinari e medici sono impegnati a realizzare quella collaborazione e quella prospettiva che è un punto fermo per la programmazione delle strategie globali di prevenzione e controllo delle emergenze sanitarie” ed ha aggiunto che “serve conciliare ambiti finora disgiunti ‒ medicina umana e veterinaria, globale e locale ‒ per convergere verso una sanità pubblica comparata. Questo ci consentirà di parlare e scrivere One Medicine, One Health”.

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI
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