EMERGENZA CORONAVIRUS: LA REAZIONE DEI PROFESSIONISTI ORDINISTICI

EMERGENZA CORONAVIRUS: LA REAZIONE DEI PROFESSIONISTI ORDINISTICI

“Il Decreto “Cura Italia” ha deliberatamente ignorato i professionisti ordinistici, non riconoscendo il ruolo svolto da ben 2,3 milioni di professionisti italiani. Così facendo il Paese rischia di pagare un prezzo altissimo, soprattutto quando arriverà il momento di rimetterlo in piedi”. E’ il pensiero delle professioni riunite lo scorso 20 marzo dal CUP (Comitato unico permanenti degli Ordini e Collegi professionali) e RPT (Rete professioni tecniche) in un incontro in cui è stato stabilito di fare fronte unico per la tutela dei liberi professionisti in questa fase drammatica causata dall’emergenza Covid-19.
“Nei prossimi giorni – si legge in una nota congiunta - i rappresentanti di 21 professioni ordinistiche (Agronomi, Agrotecnici, Architetti, Assistenti sociali, Attuari, Chimici e Fisici, Consulenti del Lavoro, Commercialisti, Geologi, Geometri, Giornalisti, Infermieri, Ingegneri, Ostetriche, Periti agrari, Periti industriali, Psicologi, Tecnici di Radiologia Medica, Spedizionieri doganali, Tecnologi alimentari, Medici Veterinari) lavoreranno ad un pacchetto di proposte unitario che tenga conto delle esigenze generali, nella logica della sussidiarietà al Paese, principio guida della loro attività, e di quelle specifiche delle singole professioni”.
“Un lavoro – annunciano - che scaturirà, a strettissimo giro, nella elaborazione di un Manifesto delle professioni col quale i 2,3 milioni di professionisti rappresentati si proporranno in maniera unitaria e compatta al Governo per un’interlocuzione seria e puntuale”.
Nel frattempo, CUP e RPT hanno chiesto un incontro urgente ai Ministri del Lavoro e delle Finanze per definire una serie di iniziative a tutela delle professioni.