ESCLUSIONE DEI PROFESSIONISTI DAI CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO: FNOVI SOTTOSCRIVE LA NOTA CHE IL CUP HA INDIRIZZATO AL PRESIDENTE CONTE

L’art. 25 del DL 19 maggio 2020, n. 34, continua ad escludere milioni di professionisti ordinistici dai contributi a fondo perduto previsti per sostenere l’economia italiana nell’attuale fase di grave crisi cagionata dall’emergenza COVID 19
04/08/2020
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L’esclusione, anche dopo la conversione del DL 19 maggio 2020, n. 34 nella legge 17 luglio 2020, n. 77, di milioni di professionisti ordinistici dai contributi a fondo perduto previsti per sostenere l’economia italiana nell’attuale fase di grave crisi cagionata dall’emergenza epidemiologica in corso è la circostanza che ha indotto la FNOVI e tutti gli altri organismi ordinistici aderenti al Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali (CUP), nonché alla Rete delle Professioni Tecniche (RPT), a scrivere al Presidente Conte manifestandogli “tutto il più netto disappunto per una scelta che è impossibile comprendere: ancora una volta, le professioni intellettuali rimangono escluse non solo dalle tutele previste per il lavoro dipendente (cassa integrazione e divieti di licenziamenti) e dalle provvidenze destinate alle imprese, ma anche da misure pensate espressamente per sostenere il comparto del lavoro autonomo italiano”.

Esclusi dai contributi i professionisti chiedono a Conte di farsi carico della problematica in commento e di dare così concretezza alla capacità di ascolto che ha assicurato alle professioni italiane in occasione degli Stati Generali dell’economia.

Il mondo ordinistico denuncia che “sotto il profilo giuridico, l’esclusione dei professionisti dalla platea dei destinatari dei contributi di cui all’art. 25 DL cit. realizza una ingiustificata disparità di trattamento, con manifesta violazione del principio di eguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, nonché una violazione del principio ormai affermatosi nel diritto europeo in forza del quale i professionisti sono da considerarsi realtà socio-economiche equivalenti alle piccole e medie imprese (PMI) ai fini dell’accesso a sussidi e provvidenze. È facilmente prevedibile che il perpetuarsi della esclusione finirà per generare un contenzioso volto a far valere i vizi e le criticità della scelta normativa”.

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