IL PROF. DECARO DEL DIPARTIMENTO DI MEDICINA VETERINARIA DI BARI COMMENTA LE NOTIZIE SU COVID-19 E ALLEVAMENTI DI VISONE IN DANIMARCA

Mantenere alta l’attenzione anche sul mondo animale attraverso una continua sorveglianza epidemiologica e molecolare negli animali domestici e selvatici.
20/10/2020
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In ottica ONE HEALTH, alla luce delle recenti notizie sul rischio di insorgenza di nuovi ceppi di Coronavirus connessa all’allevamento di visoni in Danimarca, FNOVI ha chiesto e riporta il parere del professor Nicola Decaro, del Dipartimento di medicina veterinaria di Bari.
"Sta destando molto (ed in larga parte ingiustificato!) allarmismo nella popolazione la notizia di  varianti di SARS-CoV-2 che si sarebbero originate in visoni di allevamento in una regione della Danimarca.

In realtà, i (pochi) dati disponibili al momento non lasciano intravedere uno scenario particolarmente preoccupante per quanto riguarda l’efficacia dei futuri vaccini nei confronti di SARS-CoV-2. 

 

 

Nelle notizie si fa riferimento al fatto che una variante del virus stia circolando contemporaneamente sia negli allevamenti di visoni danesi che nella popolazione umana, ponendo preoccupazioni relativamente al ruolo che questi animali potrebbero svolgere nell’insorgenza di varianti virali non coperte dai vaccini in fase di sperimentazione.

È noto che SARS-CoV-2, come tutti i coronavirus, è un virus che tende ad accumulare mutazioni puntiformi nel proprio RNA, alcune delle quali possono anche avere un significato dal punto di vista antigenico ed immunologico. Questo fenomeno è amplificato nel momento in cui il virus è trasmesso ad un’altra specie, a causa del progressivo adattamento al nuovo ospite ed alla selezione naturale di varianti che possiedono una più elevata fitness nella nuova specie animale. Tuttavia, non è chiaro se ed in quali termini le varianti originatesi nel visone si discostano, da un punto di vista antigenico, dai virus  finora identificati nell’uomo, ponendo interrogativi sulla loro capacità di evadere il sistema immunitario (escape immunologico)  rispetto ai virus con i quali si stanno allestendo i vaccini. 

Si tratta, in ogni caso, di fenomeni progressivi ma molto lenti, per cui è difficile immaginare, nel breve periodo, la comparsa di varianti di escape immunitario. La maggiore preoccupazione che proviene dai visoni è, al momento, rappresentata dal possibile ruolo di amplificazione e di serbatoio che questi animali possono svolgere per quanto riguarda l’infezione dell’uomo. È necessario, pertanto, mantenere alta l’attenzione anche sul mondo animale attraverso una continua sorveglianza epidemiologica e molecolare negli animali domestici e selvatici.

Fonte: 
FNOVI
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