La sostenibilità ha necessità di pacificazione

Editoriale della vice-presidente FNOVI Daniela Mulas
15/04/2022
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Dopo la peggiore crisi economica globale dal secondo dopoguerra, nel 2021 il Pil mondiale evidenzia una delle maggiori crescite di sempre, grazie a investimenti, ripresa della produzione industriale, accelerazione dell’export e andamento della campagna vaccinale. In questo scenario di ripresa si affermano, però, geometrie differenti e nuove tensioni globali che rendono incerto il futuro.

La Guerra in Europa ci mette tutti dinanzi a nuove sfide, costringe ognuno a uscire dalla propria comfort zone, obbliga l’intera società a confrontarsi davvero con l’urgenza di realizzazione di una autentica sostenibilità sociale, economica e ambientale.

Sebbene sia una considerazione secondaria rispetto all’impatto sulla vita umana, vale altrettanto la pena evidenziare i danni che i conflitti armati recano al pianeta. Una guerra, in qualsiasi parte del mondo si svolga, ha infatti pesanti conseguenze sulla scena climatica – soprattutto oggigiorno che ci troviamo già in una situazione di non ritorno. Lo dimostra l’inesorabile avvicinamento ai primi mesi dell’anno della data dell’Overshoot day, il giorno che segna l’esaurimento delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nel corso dei dodici mesi.

L’ambito culturale in cui si sviluppa la sostenibilità ha la necessità di pacificazione.

La guerra rallenta il difficile percorso verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030, mina la credibilità della politica e la stabilità delle istituzioni, innesca una spirale di sfiducia e di violenze, aumenta le disuguaglianze e le ingiustizie in tutto il mondo.

L’invasione dell’Ucraina apre una nuova crisi mondiale che, oltre ai milioni di persone che ne stanno già subendo le drammatiche conseguenze, si ripercuote negativamente sull’intera umanità poiché frena la transizione verso modelli di sviluppo ecologici, equi e sostenibili su scala globale.

In questo scenario l’Italia e l’Europa devono compiere scelte complesse e assumersi inedite responsabilità nella prospettiva di costruire un futuro di pace e benessere sulla Terra. Per rendere l’economia davvero sostenibile occorre dunque la volontà politica di investire in energie pulite, welfare, educazione, cultura, protezione dell’ambiente, partecipazione civica, libertà di stampa, diritti umani.

Non dobbiamo avere il bisogno di scegliere tra costruire società sostenibili, garantire la sicurezza alimentare e un’alimentazione adeguata, combattere il cambiamento climatico, avere economie fiorenti o migliorare la salute del pianeta.

La rinnovata attenzione sulla sicurezza alimentare deve creare le condizioni per raggiungere una maggiore autonomia dell'Unione, anche sui mercati agroalimentari attraverso una strategia alimentare globale per garantire cibo sufficiente, sostenibile e di qualità per tutti.

La distruzione è la volontà di un uomo, ma anche la prevenzione è la volontà di un uomo. La scelta di un uomo è quella tra distruzione e prevenzione. (Babu Rajan)

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