Valorizzare e misurare la formazione

16/09/2022
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ll mutamento del ruolo della conoscenza e dell’apprendimento nel contesto competitivo è stato analizzato da diversi studiosi, che distinguono tra economia dell’apprendimento (learning economy) e società dell’informazione (information society).
L’apprendimento, infatti, non è un semplice trasferimento delle informazioni e non può essere ridotto ad un mero processo di scambio.  Presuppone invece una trasmissione di conoscenza che va ad arricchire il patrimonio soft del professionista  inducendolo ad imparare dimensioni tacite non facilmente trasferibili.

Le dinamiche mondiali, dalla globalizzazione dei mercati alla globalizzazione della crisi, dalla deregulation alla pervasività della tecnologia e del web, confermano e accentuano il passaggio dalla società dell’informazione all’economia dell’apprendimento.
In questo processo di miglioramento e potenziamento delle competenze svolge una funzione fondamentale la formazione.
Essa ha l’obiettivo di permettere l’accesso all’apprendimento durante l’intero ciclo di vita e offre il diritto alla qualificazione e all’arricchimento professionale. La formazione costituisce la palestra, attraverso la quale acquisire continuamente conoscenze, ma anche modi di pensare, modelli, capacità, motivazioni.

Solitamente nella progettazione e nell’organizzazione di un’iniziativa di formazione è necessario definire se l’oggetto è il Sapere, il Saper fare,  il Saper essere, il Saper agire e il Voler  agire.
Sapere, Saper fare e Saper essere sono i fondamentali componenti della conoscenza, ma è altrettanto rilevante essere in grado di agire in diversi contesti in base alle situazioni che si presentano. Saper agire e Voler agire implicano la capacità di attivazione delle competenze e la volontà di mobilitazione delle competenze stesse da parte degli individui.

La formazione del professionista deve essere coerente con le situazioni e i processi lavorativi in cui lo stesso è inserito per garantire che il kit di conoscenze, competenze e capacità si traduca in  un comportamento lavorativo efficace.
Se è vero come è vero, che la progettazione della formazione deve essere calata sulle reali esigenze, altrettanto è vero che tutta la formazione fruita dallo stesso professionista deve poter essere valorizzata e misurata tramite strumenti adeguati che purtroppo non sempre sono messi a disposizione dalle strutture deputate a tal fine.
Vale solo la pena ricordare che per le professioni sanitarie la formazione continua  rappresenta anche un obbligo deontologico e come tale soggetto a verifica da parte dell’Ordine competente per territorio.

La Federazione nell’autonomia e nella potestà regolamentare che la stessa Legge n. 3/2018 (cd. Legge Lorenzin) affida agli Ordini delle professioni sanitarie e alle rispettive Federazioni, ha adottato, in data 21 febbraio 2020, il Regolamento per la valutazione dell'aggiornamento professionale in medicina veterinaria (Sistema SPC) con il quale ha inteso riconoscere, valorizzare, misurare e tesaurizzare tutte forme di aggiornamento, per consentire ad ogni Medico Veterinario di far valere il proprio status formativo in tutte le sedi opportune.
Il ‘Sistema SPC’ integra il sistema ECM e l’integrazione ha valore nella valutazione deontologica dell’aggiornamento posta in capo agli Ordini in quanto, ai soli fini deontologici, i crediti SPC andranno a sommarsi agli ECM acquisiti dal professionista nella valutazione dell’assolvimento dell’obbligo formativo. Uno strumento di supporto concreto e operativo a tutela della professione e del professionista nel suo agire quotidiano.

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