Bergamo: no all’ostracismo verso la professione veterinaria.

La riflessione del Presidente FNOVI, Gaetano Penocchio, sulle polemiche scatenate dalla nomina di un medico veterinario a capo del Dipartimento di Prevenzione dell’ATS di Bergamo, si affianca alla dichiarazione del Presidente Faverzani.
10/03/2023
.

La pandemia Coronavirus SARS-CoV-2 ha impartito una dura lezione al Paese. Le scelte di quei giorni hanno originato la maxinchiesta di questi giorni. Tra le sorprendenti esternazioni riportate da una testata giornalistica (speriamo di immediata smentita), il presidente dell'Ordine dei medici di Bergamo avrebbe censurato la nomina di un medico veterinario alla Direzione del Dipartimento di prevenzione dell’ATS di Bergamo. Ho una avversione profonda agli svillaneggiamenti, rifuggo da atteggiamenti pseudosindacali, ho il massimo rispetto per i medici e per tutte le professioni sanitarie, ma pretendo cultura e rispetto.  Che in questa occasione sono certamente assenti.

In questo Paese si propugna da anni - in modo un po' retorico - la visione olistica della Salute unica (One Health), della quale la Medicina Veterinaria italiana è antica, storica espressione. Si propone un modello di sanità basato sull'integrazione di discipline diverse, anche non strettamente mediche, perché riconosce l'indissolubile legame tra la salute degli esseri umani e quella degli animali e dell'ambiente. 

In pochi sembrano aver realizzato che SARS-CoV-2 è un agente zoonosico, vista la sua origine da animali non umani che provoca una malattia infettiva con lesioni polmonari e sequele sulla funzionalità respiratoria. Un agente i cui comportamenti dal punto patogenetico ed epidemiologico, sembrano una copia esatta dall’agente della Pleuro Polmonite Contagiosa Bovina (PPCB). Chiunque osservi le immagini dei polmoni di un uomo affetto da COVID-19 e quelli di un bovino colpito da PPCB non può non restarne colpito. Siamo di fronte ad una epidemia che si trasmette, in modo prevalente, per via aerogena, che va fronteggiata a livello di popolazione e non di individuo, proprio come la medicina veterinaria da secoli fronteggia le epidemie animali. Abbiamo esperienza di diagnostica di massa di infezioni e di come circoscriverle, di effettuare il rintraccio dei casi a seguire (follow-up) partendo da individui e aggregati di individui infetti. L’organizzazione veterinaria in Italia, in questi ultimi 60 anni, ha dimostrato la propria capacità di operare in favore della salute pubblica, di conoscere la gestione delle emergenze, di avere esperienza in epidemiologia e controllo delle epidemie, di essere efficace nel fronteggiarle con vaccini e senza vaccini, come è accaduto nel caso di Afta epizootica, Peste suina, Influenza aviare, BSE, PPCB, solo per fare alcuni esempi. COVID-19 non è la prima malattia infettiva capace di provocare epidemie di tipo respiratorio su vasta scala. L'influenza - umana, aviare, suina - la SARS, la MERS sono infezioni che hanno due caratteristiche comuni: l'origine più o meno ancestrale da popolazioni animali; la comparsa, dove si concentra la maggior parte della popolazione umana del Pianeta: l'Oriente Estremo. Come tutte le zoonosi nascono laddove più forte è la promiscuità fra gli esseri umani e gli altri animali: i Paesi poveri. La globalizzazione con la accelerazione della velocità dei traffici e l'abbattimento delle storiche barriere ai movimenti dell'uomo, degli animali e delle merci, ne amplifica la velocità di diffusione. Affrontare e contenere queste infezioni sono patrimonio della cultura, delle competenze e delle capacità operative della Veterinaria di questo Paese! 

Con buona pace del linguaggio utilizzato nel citato articolo e degli imperdonabili contenuti, serve mettere da parte pregiudizi ideologici e pretese corporative e dare valore alla comunità professionale. La comunità è ordine e l’ordine ha una funzione antropologica. Non si tratta di tornare al passato, si tratta piuttosto di andare oltre il presente, recuperando la nostra dimensione. Maestri vecchi e nuovi, sanitari di ogni ruolo e di tutte le discipline, sodalizi professionali e culturali, hanno il dovere con le loro attività culturali, scientifiche e professionali di dare vita ad un “sistema”, assicurandone l’acquisizione nella realtà sociale con i loro comportamenti individuali fondati sulla conoscenza e sulla deontologia. 

Gaetano Penocchio, Presidente FNOVI

L’articolo sul Corriere della Sera, edizione Bergamo (Inchiesta Covid: «All'Ats di Bergamo un veterinario a capo dell'emergenza, sono più dei medici» | Corriere.it)

La replica del Presidente dell’Ordine dei Veterinari di Bergamo, Prof. Stefano Faverzani

 

FNOVI!
iscriviti alla newsletter di