Alluvione in Emilia-Romagna: anche medici veterinari tra i soccorritori per le emergenze veterinarie

26/05/2023
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Mettere in sicurezza le persone è la mission che in questi giorni sta innervando tutti i protagonisti della grande macchina dell’emergenza che si è messa in moto fin dalle prime manifestazioni del disastro idrologico che ha colpito le province di Ravenna e Forlì-Cesena.

Tra questi, devono annoverarsi anche i numerosi medici veterinari che sono intervenuti per approcciare le emergenze veterinarie legate alla presenza di animali da reddito e da compagnia sul territorio colpito dalla recente calamità, e che stanno agendo nella consapevolezza che i recenti accadimenti emergenziali verificatisi, con le gravi conseguenze che hanno determinato per le persone, il patrimonio abitativo, agricolo, imprenditoriale, dimostrano quanto sia necessario dibattere, capire, confrontarsi ma soprattutto coniugare la conoscenza dei problemi ambientali di un determinato territorio con le politiche nazionali di prevenzione e protezione dell’ambiente.

È di tutta evidenza che nelle situazioni di emergenza risulta essenziale l'esistenza di relazioni operative strutturate e il relativo coordinamento fra attori coinvolti nelle attività di soccorso, assistenza e gestione integrata dell'emergenza stessa ed è con questo obiettivo che il Codice della Protezione Civile (Dlgs 2 gennaio 2018, n. 1) ha esplicitamente introdotto tra le attività da svolgere nelle situazioni emergenziali (non epidemiche), le azioni di soccorso e di assistenza degli animali.
L’attività dei Servizi veterinari pubblici nelle emergenze non epidemiche è ribadita e puntualizzata anche nei LEA (Livelli essenziali di assistenza) di cui al Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 (Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502).

In particolare, l’Allegato 1 dal titolo “Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica”, al punto B14 prevede che i Servizi Veterinari si debbano occupare della “gestione delle emergenze da fenomeni naturali o provocati (climatici e nucleari, biologici, chimici, radiologici)” nonché della “comunicazione alla popolazione e alle istituzioni in merito alle ricadute sulla salute”, della “partecipazione alla predisposizione di piani e protocolli operativi in accordo con altre istituzioni coinvolte”, partecipando infine “all’attività delle unità di crisi”.

Durante ogni emergenza e calamità negli ultimi decenni i medici veterinari hanno assicurato il soccorso agli animali, siano essi d’affezione o da reddito, - direttamente o attraverso attività di coordinamento – e hanno inoltre garantito le attività di controllo ai fini della sicurezza degli alimenti nelle strutture allestite per dare supporto alla popolazione come, per esempio, le mense.
Nel rivolgere a tutti i colleghi presenti nelle aree alluvionate il più sentito ringraziamento oltre che la dovuta solidarietà laddove essi stessi risultassero aver subito danni alle proprie strutture, esprimo l’impegno della Federazione per ogni iniziativa finalizzata ad assicurare una efficace capacità di prevenzione e risposta.

I primi, concreti, passi della Federazione sono la messa a disposizione delle risorse derivanti dal fondo Provvidenze Straordinarie e l’apertura di un conto corrente dedicato per raccogliere donazioni che saranno gestite direttamente dagli Ordini Provinciali dei territori colpiti.
FNOVI è fortemente convinta della necessità di un coordinamento tra le Istituzioni centrali e quelle regionali, con il coinvolgimento di tutte le strutture sanitarie ai diversi livelli territoriali, delle Università, degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, degli Ordini professionali e delle società scientifiche.

Oggi più che mai appare evidente che, oltre alla predisposizione di piani di settore attraverso l’istituzione di un coordinamento centrale per la gestione delle emergenze, sia a livello centrale sia a livello regionale/locale, è opportuno favorire la condivisione, tra Istituzioni regionali e locali, di attività di analisi e studio del territorio per definire attività di prevenzione.

Per promuovere un miglioramento della preparazione di risposta alle emergenze, non deve poi sottacersi l’importanza di prevedere esercitazioni e simulazioni per testare i piani, le procedure e le attività, che coinvolgano tutti i referenti della sanità e degli altri settori interessati compresa la popolazione.

FNOVI!
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