Intervento del Presidente Gaetano Penocchio alla Tavola rotonda “Prospettive e sfide dell’ECM”.

Risposte alle interviste.
A cura di Gaetano Penocchio
30/06/2023
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IMPARA SOLO CHI VUOLE IMPARARE

Siamo a riflettere sul sistema di educazione continua in medicina, in una situazione che vede la ricostituzione della Commissione nazionale, avvenuta a settembre e mai insediata. È un fatto che dopo 20 anni, abbiamo la necessità di riscrivere questo sistema.                 Il nostro paese conta 35.00 medici veterinari, di cui 5- 6.000 sono impegnati nel Servizio Sanitario nazionale. I Dirigenti veterinari del SSN (ASL e IZS) dispongono di una adeguata offerta formativa accreditata ed assolvono il debito formativo ECM. I rimanenti 29-30.000 medici veterinari privati sono invece in larga parte carenti o privi di crediti ECM. Serve prendere atto della eccezionale diversità dei campi della professione, cui consegue l’impossibilità di disporre di offerte formative accreditate negli ambiti meno popolati.         Dopo un primo approccio con il sistema ECM molti provider che operano in ambiti tipici della libera professione sono usciti dal sistema. Le cause? I costi, la complessità, la burocrazia del sistema (che si traduce in costi), e la difficoltà nella formalizzazione delle sponsorizzazioni (sinonimo anche questa di complessità e burocrazia). È un fatto che, in linea generale, i medici veterinari liberi professionisti dispongono e frequentano percorsi di formazione e aggiornamento di ottima qualità, non accreditati nel sistema di Educazione Continua in Medicina. Proprio per pesare la formazione non accreditata ECM, Fnovi ha creato un sistema di valorizzazione degli eventi strutturando un sistema complementare denominato Sviluppo Professionale Continuo. Il sistema è senza costi per i medici veterinari, rapido, intuitivo, con costi relativi alla breve istruttoria ed alla movimentazione informatica sostenuti dalla Federazione.

Osservazioni vanno fatte sulla struttura. Vale chiedersi se 50 crediti/anno siano troppi. Questo dobbiamo pensare visto i meccanismi e gli sforzi attivati per ridurli. Come altre Federazioni abbiamo proposto nel 2019 il Dossier formativo di gruppo, intendendo come gruppo tutti gli iscritti agli Ordini. La sola creazione del Dossier FNOVI ha consentito una riduzione dell’obbligo formativo, pari a 30 crediti ECM per il triennio 2020-2022. Il soddisfacimento pari almeno al 70% della congruità e coerenza nello sviluppo del dossier da parte del singolo professionista permetterà l’acquisizione di ulteriori 20 crediti ECM nel prossimo triennio 2023-2025. È evidente lo sforzo per riconoscere come formazione ciò che formazione non è. Le premialità, il trasferimento di crediti, il difficile computo delle frazioni di credito, gravano il sistema di una complessità ingiustificabile.

Esame finale mi chiedo quando sarà il tempo che i professionisti verranno trattati per quello che sono. L’esame finale non serve a nulla. Al sistema dovrebbe bastare il fatto di mettere a disposizione strumenti di aggiornamento. Impara solo chi vuole imparare. Tutti conosciamo come vengono compilati i test di fine corso. Nella migliore delle ipotesi si fanno sotto la guida del relatore e in gruppo; nella convinzione che comunque non se ne senta la necessità, un riepilogo finale che richiami i concetti principali è cosa preferibile ai questionari che comunque non possono essere ritenuti “esami”, anche per la modalità con la quale vengono gestiti. La questione del test on line da compilare entro 3 giorni, non ripetibile e spesso letale che senso ha?

Sanzioni I Codici deontologici di tutte le Federazioni delle professioni sanitarie qualificano l’aggiornamento e la formazione professionale come doveri del professionista, attribuendo agli Ordini la vigilanza sull’assolvimento dell’obbligo formativo e prevedendo in caso di violazione responsabilità disciplinari.  Non serviva La Legge del 29.12.2021, n. 233, di conversione del D.L. n. 152 del 6.11.2021 (Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza PNRR) che ha introdotto con l’art. 38 bis un vincolo all’operatività delle polizze assicurative a copertura della responsabilità civile professionale, condizionandola all’adempimento, da parte dell’assicurato, di almeno il 70% dei crediti ECM del triennio 2023-2025.  La norma è irragionevole e sproporzionata, irrispettosa dei professionisti sanitari, incapace di perseguire il fine che vuole raggiungere. L’art. 38 bis non solo è irrazionale, ma compromette l’obiettivo della norma. La quota del 70% di crediti formativi è una discriminante che non ha giustificazioni. I crediti previsti nel triennio sono il livello minimo da raggiungere. Il professionista che ha il 70% dei crediti ECM è sanzionabile dall’ordine, ma congruo per l’assicurazione. Ma la cosa più irragionevole è trascurare la qualità dei crediti: il 70% (o il 100%) degli stessi potrebbero riguardare materie trasversali o in settori che non riguardano l’attività professionale. Il medico veterinario clinico per animali da compagnia, responsabile di un errore, che vantasse crediti pari al 70% (o al 100%) del debito formativo maturati in sicurezza alimentare avrebbe assolto all’obbligo minimo a fini assicurativi. Il medico veterinario aggiornato su temi pertinenti la sua attività, rischierà invece di perdere la garanzia assicurativa al momento del sinistro se non avrà raggiunto la “soglia” prevista. È evidente che la norma ha completamente trascurato il suo fine ultimo, la promozione della formazione e dell’aggiornamento. L’art. 38 bis non promuove la crescita “qualitativa” dell’offerta formativa, ma solo il proliferare di corsi di cui il professionista potrà o dovrà approfittare per non incorrere in sanzioni, deontologiche o assicurative, ma che potrebbero essere inadeguati ad aumentare la qualità e la sicurezza della sua attività.

Un allarme è l’utilizzo anomalo dei corsi. I percorsi formativi ancorché accreditati nel sistema ECM non sono un mezzo per acquisire peculiarità particolari sotto il profilo professionale. Questo in un sistema professionale non è corretto. Un medico veterinario che fa un qualsiasi corso non diventa un medico umano e viceversa. Allo stesso modo un corso in medicina veterinaria non trasformerà un fisioterapista umano in un fisioterapista veterinario.

Inadempienti a fine 2023. Alla domanda “Cosa succederà a fine anno, quali provvedimenti verranno adottati per gli inadempienti?” Il countdown di fine 2022 promosso da tutti i soggetti preprofessionali e cavalcato da tutti i media, spesso portatore di notizie sbagliate (si sosteneva erroneamente che la relazione con la copertura assicurativa producesse effetti dal 1° gennaio 2023) ha incrementato il rifiuto al sistema più che la sua promozione. Per rispondere alla domanda il compito di gestire procedure disciplinari è affidato agli Ordini. Che a fine anno non faranno nulla di diverso da oggi. Per i motivi ampiamente spiegati non ci saranno conseguenze disciplinari a carico dei colleghi solo perché non certificabili. Ai fini deontologici, come previsto dal Codice, scatteranno sanzioni nei casi di interesse disciplinare dove verrà verificata una carenza o assenza di aggiornamento. La misura del quale si otterrà sommando i crediti ECM a quelli SPC e comunque tenendo conto della disponibilità di eventi.

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