Le misure adottate a seguito dei focolai di PSA in Lombardia

29/08/2023
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La diffusione della PSA in Italia – per approfondimenti ed aggiornamenti - a partire da gennaio 2022 ha progressivamente interessato diverse regioni che hanno determinato tutta una serie di misure per il contenimento della malattia, definite secondo il livello delle zone di restrizione. I più recenti casi sono stati confermati in provincia di Pavia in due allevamenti di suini da ingrasso in seguito ai quali la Direzione Generale Welfare Veterinaria della Regione Lombardia ha diffuso una serie di indicazioni.
Nella nota inviata il 28 agosto è precisato che risulta necessario implementare una straordinaria attività di sorveglianza a tutela del patrimonio suinicolo in grado di dare garanzie dello stato sanitario degli allevamenti suini lombardi, anche ai fini commerciali. Ciò premesso, fatti salvi gli specifici divieti previsti nelle zone di restrizione attorno ai focolai (ZP e ZS), si ritiene opportuno, sentito anche l’IZSLER e OEVR, che su tutto il territorio regionale le movimentazioni di suini (in partenza da allevamenti lombardi) siano subordinate, a partire dal 29 agosto pv, all’esito favorevole di controlli straordinari.
Una seconda nota è stata diramata con ulteriori indicazioni di controllo e prevenzione. In considerazione delle caratteristiche di elevatissima resistenza del virus PSA nell’ambiente, si ritiene opportuno richiamare l’attenzione sull’importanza delle misure di biosicurezza, ovvero del loro puntuale rispetto e rigida e costante applicazione da parte degli allevatori e della relativa attenta verifica da parte degli Organi di controllo. In particolare, è doveroso porre l’attenzione su tutte quelle misure di biosicurezza che devono essere attuate in allevamento al fine di salvaguardare e prevenire la diffusione/introduzione del virus della PSA negli allevamenti delle zone a rischio e nei territori indenni

Anche la Regione Emilia Romagna ha ritenuto necessario adottare misure urgenti al fine di prevenire il diffondersi della malattia, disponendo che su tutto il territorio regionale le movimentazioni dei suini dagli allevamenti della Emilia-Romagna, sia da vita che da macello, possano avvenire solo a seguito dell’esito favorevole di un controllo ufficiale eseguito dall’autorità competente locale.

La diffusione della PSA potrà essere fermata solo mediante la stretta collaborazione tra medici veterinari del SSN e medici veterinari liberi professionisti, contando anche sul senso di responsabilità degli allevatori, ricordando l’obbligo di segnalazione delle malattie previste nell’articolo 5 del regolamento UE 2016/429 (tra le quali figura la Peste Suina Africana) e ai sensi del Decreto Legislativo n. 136 del 1° agosto 2022 e che l’Art 500 del codice penale prevede la reclusione da 1 a 5 anni per chiunque cagiona la diffusione di una malattia alle piante o agli animali, pericolosa all’economia rurale o forestale, ovvero al patrimonio zootecnico della nazione. E’ di poche ore fa la notizia della mancata segnalazione di morte sospetta di animali, per la quale sarebbero indagate due persone: “Serve parlare chiaro perché le regole sono altrettanto chiare: nessuna misura di contenimento può essere davvero efficace se, come si è verificato nel caso riscontrato lo scorso sabato a Zinasco (PV), comportamenti irresponsabili e mancate comunicazioni alle autorità sanitarie impediscono un intervento tempestivo, rischiando di mettere in pericolo tutto il comparto suinicolo regionale”, afferma Alessandro Beduschi, assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste

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