Ad oggi, le contromisure biomediche per il trattamento delle pandemie hanno ricevuto molta più attenzione delle contromisure ecologiche. Il nostro obiettivo è stato quello di evidenziare l'uso di interventi ecologici mirati come metodi ragionevoli, equi ed efficienti per prevenire le pandemie. Anche se attualmente sottoutilizzate, le contromisure ecologiche hanno dimostrato un potenziale nella prevenzione delle ricadute. Con l'intensificarsi di sfide quali il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e la crescita della popolazione globale, si prevede che la rilevanza e la necessità di approcci ecologici per la prevenzione delle pandemie aumenteranno.
Anche se illustriamo la scienza delle contromisure ecologiche utilizzando i pipistrelli come caso di studio, i concetti sono applicabili a diversi taxa ospiti del serbatoio della fauna selvatica, tra cui ungulati, primati e roditori.

Per ridurre la probabilità di pandemie, dobbiamo proteggere i luoghi in cui gli animali si foraggiano e riposano, in modo da mantenere la fauna selvatica in salute, minimizzare il carico allostatico, ridurre la necessità per gli animali di alterare il loro comportamento spaziale e ridurre al minimo gli incontri rischiosi tra uomo e fauna selvatica.
L'attuale confluenza di volontà politica, risorse e prove scientifiche per la prevenzione primaria delle pandemie offre l'opportunità di incorporare le contromisure ecologiche in molteplici quadri politici. Tali contromisure possono aiutare a prevenire le pandemie, in parte proteggendo e ripristinando la natura in tutto il mondo. La considerazione esplicita di queste contromisure all'interno delle strategie di gestione e conservazione del territorio globale è fondamentale per affrontare contemporaneamente le minacce intrecciate della perdita di biodiversità, del cambiamento climatico e delle pandemie globali.

https://www.nature.com/articles/s41467-024-46151-9