Serve un nuovo modello di formazione specialistica

di Daniela Mulas
27/09/2024
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Prevedere il riconoscimento economico ai medici veterinari specializzandi per tutto il percorso di studi: questa la richiesta che la Federazione pone al Governo mutuando quanto accaduto in Sardegna, la mia regione, che ha avviato l’iter per riconoscere la parificazione di trattamento economico per tutte le specializzazioni sanitarie. In argomento deve registrarsi la proposta di legge presentata dall’On. Marianna Ricciardi che, per sanare questo grave vulnus nei diritti dei lavoratori, ho presentato una proposta di legge e a luglio ha visto approvato un suo ordine del giorno che impegna il Governo a riconoscere la giusta retribuzione a questi professionisti. La stessa ha inoltre recentemente organizzato un convegno dal titolo ”Specializzandi di area sanitaria: il lavoro va pagato” che però non ha potuto annoverare tra i presenti, per quanto invitati, i Ministri della Salute e dell’Università, né altro rappresentante dell’esecutivo.

Eppure la disuguaglianza è sotto gli occhi di tutti: mentre i medici di umana beneficiano di borse di studio per tutto l’arco del corso della specializzazione necessaria per entrare nei ranghi del Servizio Sanitario Nazionale, i medici veterinari e le altre professionalità dell’area sanitaria ne sono privi e devono sostenere personalmente il costo della specializzazione. Equiparare il personale medico veterinario, e delle altre professioni sanitarie, a quello dei medici chirurghi appare una esigenza non più procrastinabile.

Come accennato dal Presidente Penocchio nella relazione presentata in occasione del CN di aprile 2024, la Federazione reitererà la richiesta di equiparare il personale medico veterinario a quello medico umano relativamente alle borse di studio di specializzazione. “Se è vero che i medici specializzandi nel loro percorso formativo tengono aperti gli ospedali - scriveva - non si comprende come questa operazione passa rimanere esclusiva e non replicabile. La cosa evidente che non trova giustificazioni è che non serve trovare ulteriore copertura economica in quanto alcune migliaia di borse di studio riservate ai medici umani non hanno pretendenti e vanno sprecate. Se poi si aggiunge la possibilità di inserire nel SSN personale che possa concorrere, con progressivi carichi di lavoro e responsabilità, all’erogazione di servizi e allo stesso tempo acquisisca competenze operative si tratta di una occasione persa”.

Medici veterinari, farmacisti, psicologi, biologi etc., oltre a sostenere i costi delle loro specializzazioni a proprie spese, spesso non hanno neanche accesso ai servizi del SSN per acquisire esperienze pratiche ma seguono studi essenzialmente accademici che necessitano di una successiva e dispendiosa integrazione col contesto lavorativo.

Ora serve agire per raggiungere un risultato che non sarebbe altro che un dovuto riconoscimento a chi lavora. Attivare borse di studio per i medici veterinari e per le altre professioni sanitarie offrirebbe inoltre l’opportunità di inserire nel SSN personale disponibile a progressivi carichi di lavoro e responsabilità che, attraverso un nuovo modello di rapporto di formazione/lavoro, consentirebbe a tutti i futuri professionisti della dirigenza medico veterinaria e sanitaria di acquisire competenze operative in campo dando un sostanziale contributo alle attività istituzionali delle ASL e, conseguentemente, delle Regioni.

Fonte: 
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