I medici veterinari ed il volto mutevole del rischio pandemico

Nell’anno in corso si sono verificati 17 focolai di malattie pericolose, ognuno dei quali evidenzia le falle nella prevenzione e nella prontezza globale nel rispondere
a cura di Daniela Mulas
18/10/2024
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Il XXI secolo ha visto un aumento significativo delle minacce sanitarie globali. Epidemie e pandemie rappresentano ormai un pericolo costante piuttosto che un evento raro. Il rapporto GPMB del 2024, ‘The changing face of pandemic risk’, iniziativa sostenuta dall'Organizzazione mondiale della sanità e dalla Banca Mondiale, non ha usato mezzi termini per richiamare tutte le nazioni ad agire ora per farsi trovare pronte alla prossima minaccia di salute globale.
Nell’esprimere un invito all’azione rivolto ai leader globali, ai politici, agli operatori sanitari e alle comunità per costruire un futuro più sicuro e resiliente, il rapporto ha inoltre delineato i fattori chiave del rischio pandemico fornendo al contempo una tabella di marcia per rafforzare le nostre difese. I recenti focolai del virus Marburg, Mpox e l’ultimo ceppo di influenza aviaria (H5N1) rappresentano un forte promemoria della vulnerabilità del mondo alle pandemie.

Solo nel 2024 si sono già verificati 17 focolai di malattie pericolose. Ogni nuova epidemia evidenzia le faglie nell'attuale architettura di prevenzione e nella prontezza globale di risposta a nuove minacce sanitarie.
Il rapporto identifica i fattori complessi e interdipendenti che modellano il rischio di pandemie. Tuttavia, sottolinea anche che la volontà di costruire flessibilità nella risposta, proteggere proattivamente la società e investire in sforzi collaborativi può ridurre significativamente il rischio e migliorare la preparazione. Per proteggersi efficacemente, tutte le nazioni devono rafforzare i loro sistemi sanitari, dare priorità alla protezione sociale e garantire che i servizi sanitari essenziali siano disponibili per tutte le comunità.
I medici veterinari italiani, che ben comprendono le strategie che abbracciano le interfacce della salute umana, animale e ambientale, sono pronti a scendere in campo in un’ottica di maggiore collaborazione tra i vari settori per mitigare i rischi associati alle pandemie, riconoscendo che la salute di un settore è strettamente legata alla salute degli altri.
Il rapporto fornisce un quadro per i responsabili politici per adattare le strategie sanitarie esistenti e rafforzare le misure protettive contro le future pandemie. La resilienza nelle future emergenze sanitarie è subordinata a investimenti in ricerca e sviluppo, al miglioramento della tecnologia, all’implementazione di infrastrutture sanitarie eque nonché ad una maggiore comprensione della natura dinamica di tutti i fattori di rischio pandemico. La risposta globale alla pandemia di Covid-19 è stata minata dalla mancanza di un approccio coerente e coordinato, basato sull’equità e sulla solidarietà.
Potremo affrontare le minacce condivise solo con una risposta condivisa: per resistere alle sfide di domani serve investire ora in sistemi sanitari primari resilienti ed equi.

Fonte: 
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